06/03/2014 - 17:00

NO alla discriminazione di genere, anche sui media #FestaDellaDonna2014

La TV ha ancora un ruolo educativo? Che tipo di donna emerge dai canali informativi? Quanto è radicata nella nostra mente la differenza di genere? Lorella Zanardo con il documentario e l'omonimo libro "Il corpo delle donne" e il percorso educativo "Nuovi Occhi per la TV", e Pubblicità Progresso con la campagna "Punto su di te", rispondono a questi interrogativi e danno dei suggerimenti per superare la grande differenza di trattamento tra uomo e donna nella vita e nei media
Il documentario Il Corpo delle Donne, diventato anche un libro, ha fatto il giro del mondo. In 25 minuti di immagini televisive selezionate, è possibile rendersi conto dell'uso del corpo della donna e della cancellazione della sua identità, a favore di una rappresentazione "grottesca, volgare e umiliante". Inoltre il documentario mette in evidenza la cancellazione di ogni segno di invecchiamento dai volti che popolano la nostra TV, attraverso la chirurgia estetica. L'obiettivo de Il Corpo delle Donne è quello di indurre il pubblico, solitamente inteso come passivo di fronte lo schermo, ad attivarsi e porsi delle domande sul perché della mercificazione della donna e della ricerca dell'eterna giovinezza.
 
Lorella Zanardo, coautrice del progetto, ha risposto alle nostre domande riguardanti l'immagine della donna nei canali di informazione e comunicazione e il suo nuovo progetto di educazione all'immagine per studenti ed educatori Nuovi occhi per la TV.
 
Cosa pensa della televisione italiana e qual è l'immagine che offre della donna?
Ho vissuto all'estero per diverso tempo e questa esperienza mi ha permesso di fare un confronto tra la televisione pubblica italiana e quella di altri paesi. La televisione è chiamata a fare servizio pubblico sulle reti pubbliche. Quando comincio a parlare dell'argomento, cito sempre Karl R. Popper: "I cittadini di una società civilizzata, le persone cioè che si comportano civilmente, non sono il risultato del caso, ma sono il risultato di un processo educativo". La televisione pubblica italiana deve ritrovare il suo ruolo educativo. Parlando di TV straniera, il canale inglese BBC, ad esempio, si finanzia solo col canone, senza pubblicità, e si occupa di cultura e informazione divulgativa. In Italia dovremmo copiare questi esempi virtuosi, queste buone pratiche. 
 
All'inizio però,  entrata "in punta di piedi" nelle case degli italiani, la televisione pubblica italiana svolgeva un ruolo educativo, affiancato a quello di intrattenimento.
Sì, un tempo la RAI educava. Negli anni '60 infatti la nostra televisione era considerata la migliore al mondo. In questi giorni trasmettono, ad esempio, le repliche di "Non è mai troppo tardi", un programma TV attraverso il quale il grande maestro Manzi alfabetizzava gli analfabeti dell'epoca. Si calcola che sia riuscito a far conseguire la licenza elementare a circa un milione e mezzo di persone! Questo vuol dire che la televisione, se gestita nel modo corretto, può fare miracoli. La gente, infatti, vuole quello che abbiamo insegnato a volere. Inoltre c'è da considerare un certo interesse a mantenere il pubblico in uno stato primitivo, dal punto di vista dell'educazione e dell'informazione. Ma la TV non è da demonizzare: all'estero hanno dimostrato che le reti, specialmente pubbliche, riescono a fare divulgazione superiore, con grande apprezzamento dei telespettatori, e costituiscono un traino per le altre reti televisive. 
 
Quali sono gli obiettivi del suo nuovo progetto educativo Nuovi Occhi per la TV?
Il progetto Nuovi Occhi per la TV, rivolto a studenti di scuole medie superiori e agli educatori, prevede la visione di materiale precedentemente selezionato dai nostri collaboratori, che registrano quello che viene mandato in onda. Dopo questa fase, comincia il percorso di analisi dei contenuti. L'obiettivo principale è far acquisire la consapevolezza come strumento necessario per decodificare l'immagine. Noi non diciamo di non guardare la TV - messaggio imperativo, spesso controproducente - ma invitiamo a farlo consapevolmente e, soprattutto, non in modo passivo. Per quanto riguarda, in particolare, l'immagine della donna nella televisione e la sua mercificazione, sarebbe utile alzare il livello di consapevolezza attraverso un percorso duplice, rivolto sia agli addetti ai lavori di Televisione e Pubblicità, che al pubblico. Non bisogna fermarsi nella lotta a queste disparità e a questo uso improprio della figura femminile, anzi mi stupisce che pochi protestino...
 
La consapevolezza della reale discriminazione della donna è anche il punto di partenza di Pubblicità Progresso: è fondamentale riconoscere il problema e la necessità di superarlo, per arrivare alla parità di genere. Da questa considerazione è partita la campagna Punto su di te che affronta in modo originale i vari volti della discriminazione. Per valorizzare la diversità di genere, Pubblicità Progresso punta su due obiettivi: una maggiore consapevolezza delle donne circa i propri diritti, le proprie aspettative e potenzialità; la presa di coscienza da parte degli uomini sugli effetti di atteggiamenti e comportamenti discriminatori, e di come questi debbano essere superati per il benessere di tutta la società. 
 
Il progetto Punto su di te è partito dall'affissione di cartelloni con donne accompagnate da frasi incompiute all'interno di un fumetto. L'incompletezza dell'espressione simboleggia l'impossibilità di esprimersi al 100%, mentre le frasi apposte da ignoti con parole discriminatorie testimoniano il pregiudizio e gli atteggiamenti negativi nei confronti delle donne. Le affissioni vandalizzate fanno emergere la discriminazione, e ricordano la necessità di un cambiamento culturale per l'affermazione di una reale parità di genere. Lo spot TV ricostruisce l'intera operazione, dall'affissione del manifesto alla sua vandalizzazione, e si conclude con l'invito a visitare il sito www.puntosudite.it, attraverso il quale Pubblicità Progresso continua a perseguire gli obiettivi della campagna che si è trasformata in un vero e proprio progetto di comunicazione integrata, come sulla stampa e sugli adesivi apposti sui manifesti per coprire le scritte discriminatorie. 
 
A domani per il quinto appuntamento con il progetto di Alternativa Sostenibile #FestaDellaDonna2014 con un altro argomento importante e molto sentito: la lotta alla violenza sulle donne. 
Mara Giuditta Urriani
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