01/01/2013 - 01:00

"Liberare le energie pulite dal malaffare"

Quattro gli impianti fotovoltaici irregolari sequestrati nel brindisino (in zona Contrada Trullo-Masseria Caracci, Contrada Trullo e Contrada Capitan Monza) e sedici le persone denunciate, professionisti e imprenditori che operano nel settore delle energie rinnovabili.
I quattro impianti si trovano nel Sito di Interesse Nazionale di Brindisi, una zona in cui sono presenti sostanze velenose e cancerogene, soggetta al vincolo di caratterizzazione, il cui utilizzo dei terreni deve essere subordinato ad autorizzazione del Ministero dell'Ambiente. Numerose le violazioni contestate: lavori in totale difformità rispetto a quanto autorizzato, sottoscrizione di atti falsi, assenza dei collaudi previsti, violazione delle norme in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti.

"Continua l'impegno del Corpo Forestale dello Stato in difesa dell'ambiente in Puglia, -dichiara Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia- attività già riconosciuta e premiata da Legambiente, a livello nazionale, la scorsa estate, nell'ambito di Festambiente a Grosseto. Qui il Corpo Forestale dello Stato Puglia ha ricevuto il Premio Ambiente e Legalità, un riconoscimento dovuto per l'intensa e proficua attività d'indagine da questi svolta sul territorio, in contrasto a fenomeni di grave illegalità contro l'ambiente e per la sensibilità dimostrata nella costante opera di denuncia dell'ecomafia e di diffusione della cultura della legalità". Diverse sono state in Puglia le indagini condotte dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato sulle rinnovabili: dall'operazione "Ventus", che riguardava la costruzione abusiva di un impianto eolico nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia all'operazione "Turbines Walking" con il sequestro di 51 aerogeneratori illegali a Sant'Agata di Puglia (Fg).

"Per quanto riguarda il maxi sequestro di Brindisi, - continua Tarantini - Legambiente ha sempre sostenuto lo sviluppo delle fonti rinnovabili ed in particolare la realizzazione di centrali fotovoltaiche in aree industriali e degradate, un'occasione per coniugare la produzione di buona energia con la bonifica dell'area. Ma l'obiettivo di realizzazione dell'impianto deve essere perseguito nel pieno rispetto dell'ambiente e della normativa in vigore. Attività redditizie come l'eolico e il fotovoltaico non devono favorire procedure amministrative sbrigative o parziali che possano suscitare appetiti di quanti, anche tra la criminalità organizzata, sono disposti a truffare pur di accaparrarsi un buon affare. Per questo è importante difendere l'eolico e il fotovoltaico con grande determinazione dai fenomeni corruttivi e da qualsiasi tentativo d'infiltrazione d'interessi illeciti ed evitare che l'opinione pubblica consideri l'energia del vento e quella del sole solo affari sporchi, anzi addirittura affari di mafia".
Marilisa Romagno
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