31/01/2015 - 14:10

Inquinamento: nel 2015 continua il trend negativo del 2014. Roma e Napoli tra le città più a rischio

E' appena iniziato è già non depone bene. Parliamo del 2015 e del livello di inquinamento che ha caratterizzato le città italiane nel primo mese del nuovo anno, livello che non fa che confermare la tendenza negativa registrata nel 2014.
Dall'inizio dell'anno ad oggi ben 32 capoluoghi hanno infatti registrato oltre 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera consentita di PM10 e in 14 si è registrato un superamento un giorno su due. E' quanto emerge dal dossier di Legambiente "Mal'ARIA 2015. L'inquinamento atmosferico e acustico nelle città Italiane e in Europa" che evidenzia in particolare come tra le città più inquinate rientrino tutti i principali centri urbani dell'area padana e alcune grandi città del centro sud, come Roma (12 giorni di superamento) e Napoli (11). 
 
Ad aprire la classifica delle città più colpite dalle polveri sottili del 2015 ci sono Frosinone e Parma con 20 giorni di superamento del limite. Un dato in linea con l'anno appena concluso, come dimostrano i dati relativi al 2014 sull'inquinamento atmosferico derivante dalle polveri sottili, dall'ozono troposferico e dagli ossidi di azoto nelle nostre città. Stesso discorso anche per il 2013, ultimo anno per cui è stato possibile reperire i dati a livello nazionale: sono 11 su 63 (il 21%) le città in cui sono stati superati i limiti previsti per il PM2,5 (26mg/mc come media annuale) situazione critica anche per il biossido di azoto dove il 18% (15 capoluoghi) sono risultati fuori dal limite medio annuo e decisamente più critica la situazione relativa all'ozono troposferico (O3) in cui il 59% delle città monitorate (50 su 86) ha superato i 25 giorni previsti dalla legge.
 
Anche se si registra un miglioramento dell'inquinamento atmosferico nelle nostre città e una riduzione nelle emissioni di alcuni inquinanti negli ultimi anni, secondo i dati di Legambiente i livelli di esposizione dei cittadini rimangono elevati e spesso ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa. 
 
 "E' quanto mai evidente la necessità di un urgente e decisivo piano di intervento che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento, più volte annunciato ma ancora mai attivato a livello nazionale. Le cause si conoscono e le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo" ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti.
 
"Per ridurre le emissioni industriali occorre avviare la rapida approvazione delle Autorizzazione Integrate Ambientali per gli impianti nuovi ed esistenti e promuovere l'applicazione delle migliori tecnologie disponibili per ridurne gli impatti. Bisogna poi uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili puntando su fonti energetiche rinnovabili; investire nella riqualificazione energetica degli edifici per ridurne i consumi e migliorarne l'efficienza e l'isolamento termico, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici e affrontare uno dei nodi principali: il trasporto a livello urbano ed extra urbano" ha continuato Zampetti.
 
"Oggi l'Italia continua ad avere il record per numero di auto per abitante, 65 ogni 100 contro una media europea di 48 circa, con un tasso di motorizzazione addirittura in crescita negli ultimi anni, e il trasporto privato continua ad essere la modalità più diffusa per muoversi verso le città e al loro interno. Solo invertendo questa tendenza e garantendo un trasporto pubblico efficace e competitivo si possono restituire ai cittadini una migliore qualità dell'aria e della vita" ha concluso l'esponente di Legambiente. 
 
Quanto al 2014, nella classifica "PM10 ti tengo d'occhio 2014" che ha monitorato 88 capoluoghi di provincia è emerso come il 37%, ovvero 33, abbiano registrato superamenti del limite in almeno una delle centraline urbane. E' interessante notare come Frosinone superi il limite addirittura di tre volte, Alessandria di due volte e mezza, Benevento Vicenza Torino Lodi e Cremona sono oltre il doppio dei giorni consentiti mentre Avellino, Milano, Venezia e Asti non lo doppiano per poco.
 
Tra le situazioni più preoccupanti relativamente al PM10, va segnalato come in Veneto il 92% delle centraline urbane monitorate abbiano superato il limite dei 35 giorni consentiti (solo a Belluno non ci sono stati superamenti); in Lombardia il 68% delle centraline urbane ha superato il limite e tutte le centraline urbane presenti a Milano, Brescia, Lodi, Mantova, Monza e Pavia hanno superato il limite dei 35 giorni; Como, Lecco, Sondrio e Varese non hanno registrato superamenti.
 
In Piemonte il 50% delle centraline ha superato il limite; particolarmente difficile la situazione ad Alessandria e Torino che presentano tutte le centraline ampiamente oltre il limite. In Campania il 44% delle centraline urbane è fuori dai limiti, con Benevento e Avellino dove tutte le centraline hanno superato il limite dei 35 giorni, mentre nel Lazio ed in Emilia Romagna, si è avuta la stessa situazione rispettivamente per il 33% e 30% delle centraline.
 
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Rosamaria Freda
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