11/03/2024 - 18:59

Inquinamento: l'impatto dell'agricoltura sul PM2.5 in Lombardia

L'agricoltura inquina quanto l'industria. E' il risultato dimostrato da uno studio condotto dal Politecnico di Milano analizzando i dati satellitari e i modelli atmosferici del programma Copernicus per la misura di concentazione del PM2.5 assieme ai dati sull'uso del suolo e del sistema informativo di Regione Lombardia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Chemosphere.

trattore agricoltura

Uno studio del Politecnico di Milano pubblicato sulla rivista Chemosphere ha quantificato l’impatto dei terreni agricoli sulla distribuzione spaziale della concentrazione di polveri sottili (PM2.5) in Lombardia, mostrando come esso sia paragonabile a quello di altre fonti di inquinamento ben più note e studiate, come gli impianti industriali, l’urbanizzato o la rete stradale. L'agricolturaIn particolare, l’effetto dovuto ai terreni agricoli è risultato correlato ai picchi di inquinamento più intensi rispetto a quanto misurato nelle zone industriali e urbane, ma con una durata limitata nel tempo. Tra le singole colture analizzate è stato registrato un impatto trascurabile delle risaie, più significativo invece per i terreni coltivati a cereali e mais. Questi risultati sono stati ottenuti tramite un framework innovativo e un modello data-driven in grado di valutare l’impatto delle diverse destinazioni d’uso del territorio con una sensibilità molto maggiore rispetto a modelli pre-esistenti.

Allo scopo sono stati analizzati i dati satellitari e di modelli atmosferici del programma Copernicus per la misura di concentrazione del PM2.5 insieme al database open access di uso del suolo e del sistema informativo agricolo di Regione Lombardia. Per l’analisi è stato utilizzato un innovativo sistema di GEOAI (Geomatics and Earth Observation Artificial Intelligence) composto da un’architettura a tre stadi, che permette di catturare e interpretare le dinamiche spaziali a livello locale. Grazie a questo nuovo approccio, sarà possibile in futuro generare evidenza rispetto alle concentrazioni di inquinante correlabili a specifiche attività agricole, come spandimenti e concimazioni.

Il lavoro nasce nell’ambito del progetto di ricerca D-DUST (Data-driven moDelling of particUlate with Satellite Technology aid), finanziato da Fondazione Cariplo, il cui scopo è stato quello di valutare il contributo – in termini di operabilità, rapporto costo-efficacia e accuratezza – derivato dall’integrazione sistematica di dati non convenzionali nei tradizionali approcci di monitoraggio del particolato basati su sensori fissi a terra, con particolare attenzione alle stime basate su satellite e alle emissioni correlate all’agricoltura. Responsabili del progetto sono la prof.ssa Maria Brovelli e l’ing. Daniele Oxoli, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, in collaborazione con il prof. Enrico Caiani e l’ing. Lorenzo Gianquintieri, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, con il Dr. Santoni di Fondazione Politecnico di Milano e con il prof. Andrea Spinazzè dell’Università degli Studi dell'Insubria.

Tommaso Tautonico
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