16/11/2015 - 11:30

Indonesia: 14 oranghi tornano in libertà, per WWF "Favola a lieto fine"

Quattordici oranghi sottratti al commercio illegale di fauna selvatica sono stati "restituiti" dopo 6 anni dal governo Tailandese all'Indonesia, loro paese di origine (Isola di Sumatra). Sale dunque a 66 il numero totale dei primati inviati dalla Tailandia all'Indonesia dal 2006 a oggi, concreta e bella testimonianza di una proficua collaborazione bilaterale sul fronte della lotta al bracconaggio nel contesto del Sudest asiatico.
Ma per una storia che finisce a lieto fine, ce ne sono molte altre ben più drammatiche: sono tanti purtroppo i fronti aperti che minacciano questa specie di cui non rimangono in natura che poche migliaia di individui. La sopravvivenza degli oranghi è quotidianamente messa a rischio dal bracconaggio e dalla deforestazione. Nell'ultima Annual Conference il WWF ha dichiarato il Borneo uno dei fronti più drammatici di deforestazione a livello planetario. Solo l'Isola di Sumatra ha perso in meno di 25 anni quasi il 50% delle foreste e, più in generale, si ritiene che l'80% dell'habitat degli oranghi sia andato letteralmente in fumo negli ultimi 20 anni.

Nel 2015 il WWF ha rinforzato l'impegno contro il bracconaggio e il commercio illegale di cuccioli di orango. I piccoli di questa specie, sottratti alle madri che si fanno uccidere per difendere i propri piccoli, vengono commerciati illegalmente come animali da compagnia. In realtà malattie, stress o depressione per la perdita della madre, condannano frequentemente alla morte queste innocenti creature che tanto ci assomigliano. Il viaggio verso casa dei 14 oranghi confiscati ai trafficanti illegali di natura negli scorsi anni rappresenta un impegno concreto per contrastare il traffico illegale di animali che minaccia specie come gli oranghi e in merito ai quali paesi come la Thailandia e l'Indonesia hanno un ruolo importantissimo.

Un segnale importante per chi commette questi crimini ma anche per la comunità internazionale: il sequestro di animali bracconati, così come il rogo dell'avorio o la distruzione di pelli confiscate devono dimostrare a tutti che l'illegalità non paga e che la comunità internazionale ha l'obbligo fermare con durezza i trafficanti internazionali di specie selvatiche protette dalla CITES.
Tommaso Tautonico
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