01/01/2013 - 01:00

Il global warming colpisce soprattutto le megalopoli

Il rapporto "Climate change and the future impacts of storm-surge disasters in developing countries" presentato dal Center for global development (Cgd), un think tank che si occupa di cambiamenti climatici sviluppo, ha evidenziato i paesi più esposti ai cambiamenti climatici.
Il documento, basandosi sulla previsione dell'innalzamento del livello degli oceani di un metro, sull'aumento del 10% dell'intensità delle tempeste registrato negli ultimi 100 anni, e sulle stime di crescita della popolazione mondiale fatte dall'Onu, stila una lista delle 20 metropoli che saranno più colpite dagli effetti del cambiamento climatico.
In testa c'è proprio Manila seguita da Alessandria d'Egitto; Lagos (Nigeria); Monrovia (Liberia) Karachi (Pakistan); Aden (Yemen); Jakarta (Indonesia); Port Said (Egitto); Khulna (Bangladesh); Kolkata (India); Bangkok (Thailandia); Abidjan, (Costa d'Avorio); Cotonou (Benin); Chittagong (Bangladesh) Ho Chi Minh (Vietnam) Yangon (Myanmar); Conakry (Guinea;) Luanda (Angola); Rio de Janeiro (Brasile); Dakar (Senagal).
Secondo il Cgd, infatti, l'innalzamento del livello del mare e le tempeste crescenti e violente colpiranno sempre di più le grandi e nuove megalopoli del mondo in via di sviluppo, diventate ormai macchine urbane ingovernabili, pressate da tutti problemi delle città occidentali elevati all'ennesima potenza.
«Cicloni, tempeste e mareggiate e popolazione in crescita - spiega il rapporto Cgd - possono collidere in caso di catastrofi di dimensioni senza precedenti. Le condizioni peggiorano, le variazioni della morfolo gia costiera amplificheranno gli effetti in alcune zone, mentre isolerà gran parte delle altre».
Il senior fellow della Cgd David Wheele aveva già descritto a fine settembre sul The New York Times gli effetti dell'innalzamento del livello del mare in 84 Paesi in via di sviluppo e in 577 città costiere con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti esposte ai cicloni.
Il rapporto oggi fornisce la messe di dati sul quale si è basato Wheele.
«Combinando i dati scientifici e demografici più recenti - dice il rapporto - si è stima che il futuro impatto del cambiamento climatico sulle mareggiate che colpiscono le popolazioni costiere, le economie, e gli ecosistemi. Ci siamo concentrati sulla distribuzione accresciuta degli impatti, perché crediamo che una maggiore conoscenza delle loro probabili variazioni sarà utile per i pianificatori locali e nazionali, così come per i donatori internazionali. I nostri risultati suggeriscono l'ineguaglianza pesante dell'accresciuto impatto dei disastri futuri, con gli effetti più gravi limitata ad un ristretto numero di Paesi e di un piccolo gruppo di grandi città».
Lisa Zillio
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