01/01/2013 - 01:00

Guna: "Il successo si raggiunge cercando il benessere globale"

"La nostra filosofia è semplice: se la collettività si evolve e migliora il proprio standard di vita, non solo economico, anche l'azienda può dare maggiore impulso alle proprie attività e generare più utili, in parte significativa reinvestiti per migliorare il benessere della collettività, in un perfetto circolo virtuoso" ... di chi sono queste parole?
Si potrebbe pensare ad un'azienda Americana o del nord Europa dove la cultura della responsabilità sociale delle imprese è consolidata ed è ormai da tempo diventata il motore delle decisioni delle imprese: invece si tratta di una dichiarazione del Presidente di GUNA, azienda leader in Italia nel settore delle medicine di origine biologica, Alessandro Pizzoccaro, che 28 anni fa ha fondato l'azienda insieme alla moglie Adriana Carluccio.

Alternativa Sostenibile  ha voluto approfondire l'argomento con questa intervista, realizzata "a due voci" con il Presidente di GUNA e con il responsabile del Laboratorio di produzione Fabio Boccardo, per mettere a disposizione anche di altre aziende e di altri imprenditori le esperienze di successo di questo modello tutto italiano.

GUNA detiene oggi il 30% del fatturato del mercato dell'omeopatia in Italia, con una crescita dell'8,4% medio negli ultimi 8 anni. Si tratta di risultati decisamente lontani dalla realtà di oggi delle piccole e medie imprese italiane, quanto di questo successo è dipeso dalle scelte di responsabilità sociale e di sviluppo sostenibile?

(Pizzoccaro) Come avete bene evidenziato nell'introduzione, GUNA eleva la responsabilità sociale a vero e proprio modello di business: non charity, ma consapevolezza di far parte di una rete sociale complessa, con la quale l'azienda interagisce quotidianamente. A ciò aggiungo che la nostra missione è occuparci di salute, e che produciamo farmaci efficaci nella prevenzione e nella cura delle malattie. Consideriamo questa come la principale delle nostre azioni di responsabilità sociale: curare le persone senza effetti collaterali. A questo meta-obiettivo si integrano numerosi progetti che abbiamo immaginato e realizzato per valorizzare al meglio i rapporti con i nostri pubblici più importanti: i medici, i farmacisti, i nostri collaboratori, il territorio, le giovani generazioni.

Fin dalla nascita di GUNA avete adottato una filosofia di sviluppo sostenibile e di benessere globale, quali ostacoli avete trovato all'inizio?

(Pizzoccaro) Il principale ostacolo che abbiamo incontrato e che continuiamo ad incontrare è quello di carattere legislativo. Purtroppo l'Italia è molto arretrata nell'applicazione delle normative Europee sulle medicine naturali: non possiamo stampare i foglietti illustrativi, non possiamo fare alcun tipo di pubblicità ai nostri farmaci, non possiamo indicare le posologie... promuovere il nostro paradigma di salute è davvero complesso, nel nostro paese. Per gli altri nostri progetti di CSR (Corporate Social Responsability), nessuna particolare difficoltà: non è complicato impegnarsi per essere utili alla collettività, basta iniziare e il resto viene da se. L'unica attenzione da prestare veramente è quella di calibrare i progetti con riguardo alle proprie forze: se parliamo di "sostenibilità", gli impegni devono essere innanzitutto sostenibili per l'azienda stessa.

Il Vostro laboratorio di Milano è quello tecnologicamente più avanzato al mondo nel Vostro settore. Quali sono le vostre iniziative in questa direzione della sostenibilità della produzione?

(Boccardo) Il rispetto ambientale e una "produzione ecocompatibile" hanno da subito avuto una grande importanza per l'azienda. Possiamo con forza sostenere che tutto il processo produttivo dei nostri farmaci è un processo praticamente a zero emissioni di inquinanti. L'unico impatto che una realtà industriale farmaceutica non può non avere per mantenere le corrette condizioni termoigrometiche e di pulizia ambientale dei suoi reparti produttivi è quello legato ai consumi energetici. Anche in questo lo sforzo aziendale è stato importante: innanzitutto costruendo uno stabilimento all'avanguardia con impianti nuovi ad "alto rendimento" (gruppi frigo, caldaie a condensazione, motori con inverter per le macchine di condizionamento, etc). In più sviluppando un protocollo di "Energy Saving" che ha permesso di ridurre i regimi di funzionamento dei sistemi di condizionamento, che costituiscono un buon 90% dell'energia assorbita dallo stabilimento quando i reparti non sono produttivi, iniziativa che tra l'altro ha garantito oltre ad un impatto ambientale ben minore anche un sensibile risparmio sulla nostra bolletta energetica.
Oltre a questo, col progetto Impatto Zero, Guna si è impegnata a compensare tutti i grammi di Co2 che vengono immessi in atmosfera, riforestando zone a rischio in Costa Rica per complessivi 400.000 mq nel solo 2010.

L'omeopatia ha nella sua filosofia l'approccio olistico al paziente, non si agisce sul sintomo ma sulla persona, si potrebbe dire, semplificando, che GUNA ha un approccio olistico al suo pubblico, non individuandolo solo come mercato potenziale ma vivendolo come contesto di sviluppo sostenibile?

(Pizzoccaro) Certamente è corretto: l'azienda ha tra i suoi scopi innanzitutto quello di fare utili, non dobbiamo essere ipocriti su questo punto. Ma una parte di questi utili possono essere investiti per stimolare la collettività a crescere, sulla base di principi non violenti, democratici, aperta al confronto ed antirazzista. Una società che si sviluppa in modo sano è infatti "l'humus" migliore per sviluppare anche il nostro business.

Quali sono state le reazioni dei vostri clienti, medici e pazienti nei confronti delle vostre iniziative di solidarietà e di responsabilità sociale e nei confronti dell'ambiente?

(Pizzoccaro) Positive, basta dare un'occhiata al clima sulla nostra bacheca Facebook per farsene un'idea. Anche l'engagement di medici e farmacisti procede bene, con iniziative come la Giornata dell'Omeopatia, con studi medici aperti in una giornata a metà aprile ogni anno, per visite gratuite a nuovi pazienti, piuttosto che le lezioni multimediali nelle scuole fatte dai medici con il CD-Rom "Natura che Cura", per educare le giovani generazioni ai corretti stili di vita e alla prevenzione delle malattie. In quest'ultimo caso, facendo una scelta di marketing controcorrente, abbiamo rimosso il nostro marchio da tutti i materiali che vanno agli studenti, così da non indurre surrettiziamente al consumo di farmaci.

Come comunicate le vostre iniziative di sviluppo sostenibile al vostro pubblico?

(Pizzoccaro) Poche copie cartacee, per ridurre l'impatto ambientale, DVD, chiavette USB, e soprattutto tanto web: il nostro bilancio integrato, che quest'anno esce appunto per la prima volta come rendiconto contabile + sociale, è disponibile in versione multimediale alla pagina internet www.guna.it/bilanciointegrato2010 , con videoclip, foto e mappe interattive.

Qual è la vostra prossima sfida a sostegno dell'ambiente con riguardo alla sostenibilità?

(Boccardo) Il progetto di ristrutturazione dei magazzini, che cointeressa la parte distributiva e logistica dell'azienda, è di sicuro un intervento che va in questa direzione: anche qui con nuovi impianti ad alto rendimento per minimizzare i consumi energetici. Una grande sfida che poi l'azienda sta iniziando a valutare è ora quella di un piccolo impianto di cogenerazione, o meglio, di "trigenerazione", per coprire autonomamente il baseload dei carichi energetici elettrici, termici e frigoriferi, soluzione che permetterebbe un ulteriore risparmio e soprattutto un ulteriore sensibile miglioramento in termini di sostenibilità ambientale. In GUNA abbiamo imparato che l'ottimizzazione dei costi e dei rendimenti e la riduzione dell'impatto ambientale se usiamo la testa vanno benissimo d'accordo!

Molti imprenditori italiani pensano ancora che la sostenibilità non sia compatibile con il business e con gli utili, cosa vi sentite di dire o di suggerire loro, alla luce dell'esperienza di GUNA?

(Pizzoccaro) Prima dell'elevazione del nostro piano di CSR (Corporate Social Responsability) a dimensione strategica, nel 2007, siamo usciti sui mass-media 16 volte in un anno, tra web e cartaceo. Nel 2010, a distanza di 3 anni dall'avvio di questo percorso strutturato, quasi 400 volte. E in nessun caso si è trattato di pubbliredazionali pagati. Penso basti questo per convincere i più riottosi tra i colleghi imprenditori, ai quali dico: se inizialmente non volete farlo perché ci credete, fatelo perché giova alla brand-awareness. Con il tempo, comprenderete che è possibile guadagnare denaro facendo un business dal volto umano.

(autore: Eliana Savino - www.elianasavino.it)
Riccardo Bandello
Editore