01/01/2013 - 01:00

GPP, risparmio economico e CO2: alcuni dati

Alcuni dati emersi da studi comunitari e nazionali evidenziano ancora una volta come gli Acquisti verdi possono produrre un tangibile risparmio economico per le Amministrazioni locali.
Da sempre, molte delle criticità denunciate dalle Amministrazioni nel contesto degli Acquisti Pubblici Verdi hanno ad oggetto l'aspetto economico e, in particolare, la difficoltà nel quantificare il potenziale risparmio di spesa in relazione ad un apparente aumento di costi (apparente in quanto spesso non si prende in esame il ciclo di vita dei prodotti).

La mancanza di dati al riguardo è spesso causa della titubanza delle Amministrazioni nell'adottare la metodologia del GPP. Negli ultimi tempi, tuttavia, molti passi in avanti sono stati fatti, soprattutto grazie alle Campagne promosse dal'Unione Europea con riferimento al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2, nel corso delle quali sono stati svolti studi che hanno messo in evidenza una stretta relazione tra Acquisti Verdi ed efficientamento energetico.

In particolare, nell'ambito della Campagna "PRO-EE" (Public procurement boots Energy Efficieny) è stato sottolineato che, nonostante il consumo energetico delle P.A. locali rappresenta solo il 2 - 5% del totale, "la riduzione delle emissioni di CO2 realizzate nel settore pubblico ha un alto valore simbolico". A tal fine nell'ambito di Pro-EE, la Commissione Europea "raccomanda fortemente l'elaborazione dei SEAP per definire indicazioni specifiche nel campo degli "appalti pubblici di prodotti e servizi""(Pro-EE-Acquisti Verdi Pubblici Congiunti, Raccomandazioni per l'elaborazione dei piani d'azione locali per l'efficienza energetica (LEAP).

Nel 2008 l'Unione Europea aveva già avviato uno studio finalizzato alla quantificazione degli approcci GPP in Europa nel settore pubblico che prevedeva tra i macro obiettivi lo sviluppo di una metodologia per misurare l'impatto del GPP a livello di CO2. Tale metodica è stata adottata nei sette Stati membri conosciuti come i "Green Seven", (Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Olanda, Svezia e Regno Unito) identificati come capofila quanto a livello di prassi di attuazione degli Acquisti Verdi.

Dalla ricerca sono emersi alcuni dati interessanti: nel campo della costruzione degli edifici, ad esempio, l'approccio GPP può portare a una riduzione fino al 69% della CO2 rispetto a un edificio non verde; analogamente, nel settore dei trasporti si può ottenere un abbattimento del 12%; l'utilizzo di carta proveniente da foreste certificate permette di ridurre la CO2 fino all'89%; l'utilizzo di attrezzature informatiche con elevati standard di efficienza energetica permette invece una diminuzione della CO2 fino al 24%, mentre per la produzione di elettricità il risparmio di CO2 raggiunge la soglia del 26% (percentuale tuttavia variabile a seconda che la generazione provenga in tutto o in parte da fonti di energie rinnovabili).

Per quanto riguarda il risparmio economico, il gruppo di lavoro "GPP Salento", nell'ambito di uno studio condotto in merito all'opportunità di introdurre all'interno dei SEAP del Patto dei Sindaci azioni specifiche riferibili agli Acquisti Verdi, ha riscontrato percentuali di risparmio energetico in linea con quelle riportate da alcuni studi di livello comunitario e nazionale. In particolare il potenziale medio di risparmio economico per le amministrazioni sarebbe pari all'1,8%. Tale dato prende in considerazione due aspetti: da un lato, infatti, l'Unione Europea ha stimato, con riferimento ai PAES a livello comunitario, un risparmio economico pari all' 1,2%; dall'altro, dal Piano di Azione Nazionale per il Green Public Procurement emerge un potenziale risparmio per le Amministrazioni pari al 2,4%.

La differenza tra i due dati si spiega in quanto il PAES considera solo alcune categorie merceologie del GPP quali trasporti pubblici, energia elettrica da fonti rinnovabili, acquisto di strumentazione informatica ad alta efficienza, costruzione e ristrutturazione di edifici secondo elevati standard di rendimento energetico. Si tratta di settori strettamente correlati alla riduzione della CO2 e all'efficienza energetica, le cui performance (secondo quanto richiesto dalle linee guida per la redazione dei PAES) devono essere misurate secondo parametri oggettivi e ben identificabili. Il PAN-GPP, invece, ha una portata molto più ampia, includendo settori quali il tessile, la cancelleria, la ristorazione, i servizi di pulizia, la manutenzione delle strade che, pur non essendo legati all'efficientamento energetico, permettono di conseguire direttamente risparmi di spesa per le casse comunali e indirettamente anche benefici sulla riduzione del CO2.

La tematica è senz'altro interessante e di attualità e non mancherà di essere oggetto di acceso dibattito tra i cultori della materia.

(autore: Dott. Carlo L. Casciaro - GPP Salento)
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