28/01/2013 - 17:00

Gli stabilimenti Unilever non alimentano più le discariche

Unilever ha reso noto che nel 2012 più del 50% dei suoi stabilimenti nel mondo ha raggiunto l'obiettivo di non mandare alcun rifiuto in discarica. Questo risultato è stato raggiunto nonostante il fatturato globale dell'Azienda nel 2012 sia cresciuto fino a 51 miliardi di euro - circa 11 miliardi in più rispetto al 2010, a riprova del funzionamento della strategia di business lanciata in quell'anno con l'intento di raddoppiare il proprio business dimezzando l'impatto ambientale.
In 18 Paesi al mondo già il 100% dei siti produttivi dell'azienda non alimenta più le discariche con scarti di produzione. Tra questi Paesi anche l'Italia. Un risultato importantissimo che equivale all'eliminazione dei rifiuti contenuti in oltre un milione di pattumiere domestiche ogni anno. Parliamo di oltre 130 stabilimenti Unilever nel mondo, dalla Costa Rica al Giappone: nessuno di questi manderà più rifiuti non pericolosi in discarica. Fattore chiave di questo traguardo è infatti l'eliminazione degli scarti direttamente nel sito produttivo. Questi ultimi vengono infatti ridotti, riutilizzati, riciclati e recuperati. Nel suo Piano per il Vivere Sostenibile, Unilever ha annunciato che entro il 2020 il totale dei rifiuti da smaltire sarebbe tornato ai livelli del 2008 nonostante il previsto incremento dei volumi di produzione.

Oggi Unilever sta andando persino oltre le aspettative originali, raggiungendo tale obiettivo con 5 anni di anticipo. Per questo entro il 2015 saranno in totale 252 gli stabilimenti nel mondo che raggiungeranno il risultato di non inviare alcun rifiuto in discarica per lo smaltimento. Ugo De Giovanni, Unilever Italy Sustainability Champion, ha dichiarato: "Si tratta di un risultato importante per Unilever, perché dimostra che stiamo facendo dei progressi verso il raggiungimento dei nostri ambiziosi obiettivi di sostenibilità. È un grande esempio di come stiamo mettendo in atto la nostra strategia - separando la crescita del nostro business dall'impatto ambientale che produce. Questo risultato storico, oggi, dimostra quanto le nostre fabbriche siano più responsabili dal punto di vista ambientale, il che ci aiuta a risparmiare per continuare ad investire nello sviluppo del nostro business".
Tommaso Tautonico
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