01/01/2013 - 01:00

Gli italiani e la sostenibilità: accorgimenti e difficoltà

Scuola, internet e famiglia i veri promotori di uno stile di vita a basso impatto ambientale. Alcuni dati: "I principi della sostenibilità, dai valori dichiarati al comportamento di consumo alimentare. Analisi del ruolo dei media nella costruzione e diffusione della rappresentazione sociale della sostenibilità"
In concomitanza con il Summit ONU Rio+20(che si tiene a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno, a vent'anni esatti dalla conferenza del 1992 quando, sempre a Rio, vennero sviluppati alcuni principifondamentali di prevenzione ambientale e il concetto di sviluppo sostenibile) assumono particolare significato alcuni dati estrapolabili dalla ricerca: "I principi della sostenibilità, dai valori dichiarati al comportamento di consumo alimentare. Analisi del ruolo dei media nella costruzione e diffusione della rappresentazione sociale della sostenibilità" finanziata nell'ambito del progetto Axía, promosso dal gruppo Nestlé in Italia in collaborazione con CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e condotta dal gruppo di ricerca dell'Università IULM di Milano con il coordinamento dal prof. Vincenzo Russo (tra gli atenei coinvolti anche le Università di Palermo, di Catania e la Statale di Milano).

La ricerca si compone di due studi qualitativi e due indagini quantitative condotte tra il 2010 e il 2011 su un campione di 1.000 soggetti, dai 18 ai 65 anni nel primo caso e dai 18 ai 28 anni nel secondo. Dai risultati ottenuti emerge che solo il 12% degli italiani ha sposato uno stile di vita sostenibile, il 50% della popolazione si colloca nella fascia media e il 37% si dichiara poco o per nulla sostenibile nei comportamenti adottati nel quotidiano. Lo studio segnala inoltre un alto grado di incoerenza fra le conoscenze diffuse, le opinioni, i valori dichiarati e i comportamenti agiti. Tra quest'ultimi figurano la raccolta differenziata (svolta sempre nel 68,1% dei casi; spesso nel 12,9% dei casi),ilconsumo di prodotti di stagione (sempre nel 30,9% e spesso nel 45,3%) e il risparmio di energia elettrica (sempre nel 37,5% e spesso nel 32,5%).

Tra i giovani dai 18 ai 30 anni in risposta alla domanda "Quanto ti ritieni sostenibile da 1 a 10", il 33% non si dichiara sostenibile (punteggio da 1 a 5), contro un 23% del campione che ritiene invece di essere molto sostenibile (punteggio da 8 a 10). Risulta infine rilevante una fascia consistente di giovani che si comporta in maniera non sostenibile (il 19% butta spesso la spazzatura tutta nello stesso sacco, il 20% acquista raramente prodotti locali, il 24% consuma raramente cibi senza conservanti). Essere sostenibili ha un prezzo in termini di impegno, costi economici (prezzi più elevati) e tempo (ricerca punti vendita specializzati), ma non solo. Dall'indagine emergono anche altri ostacoli: una diffidenza verso la qualità e l'affidabilità di alcuni prodotti, una sensibilizzazione poco efficace alla sostenibilità e una comunicazione da parte di media(in particolare la tv), aziende e istituzioni che non indirizzano il consumatore verso azioni e comportamenti che riducano il proprio impatto ambientale. Solo la scuola, la famiglia e Internet sembrano riuscire a svolgere in quest'ambito un ruolo di sensibilizzatori.
Marilisa Romagno
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