14/11/2012 - 13:15

Fare Verde Modica aderisce all'appello "Meno rifiuti più benessere in 10 mosse"

Fare verde ha aderito con convinzione all'appello "Meno Rifiuti Più Benessere in 10 mosse", rivolto al mondo della produzione e della distribuzione per sollecitare 10 azioni attuabili nel breve e medio termine per alleggerire l'impatto ambientale di imballaggi e articoli usa e getta.
Il documento è stato proposto dall'Associazione dei Comuni Virtuosi, insieme ad Italia Nostra e Adiconsum, e sottoscritto da circa 300 enti locali tra cui i comuni di Lucca, Lecco, Perugia, Trento, Pesaro, le provincie di Lecco e Avellino, l'Assessorato all'Ambiente della Regione Campania. Tra le associazioni nazionali hanno aderito, oltre a Fare Verde,Greenaccord, MDF - Movimento Decrescita Felice, Slow Food Italia, Cittadinanza Attiva, Altroconsumo e l'Associazione Borghi Autentici d'Italia. Questa azione partecipa alla Settimana Europea per la riduzione dei Rifiuti (17-25 novembre 2012), un evento che mette al centro della pubblica attenzione l'esigenza di ridurre drasticamente la quantità dei rifiuti, aumentare la produzione eco-compatibile, allungare la vita dei prodotti e promuovere consumi attenti e responsabili. Per Fare Verde, la riduzione a monte del volume complessivo dei rifiuti resta l'azione prioritaria per realizzare un ciclo di gestione dei rifiuti corretto e sostenibile. Per questo l'associazione ha aderito con piacere e convinzione all'appello.

Fare Verde da sempre sostiene nelle sedi istituzionali l'introduzione, anche in Italia, del vuoto a rendere con cauzione e sul piano delle azioni concrete ha già aiutato alcuni Comuni a eliminare l'usa e getta dalle mense scolastiche, a introdurre incentivi per i nuovi pannolini lavabili in lavatrice o a installare case di acqua pubblica alla spina. Allo stesso tempo sostiene quelle attività economiche locali che decidono di vendere latte e detersivi alla spina o altri prodotti senza imballaggio. Infine, tutte le attività di educazione ambientale che Fare Verde svolge nelle scuole sono finalizzate a diffondere una cultura della riduzione dei rifiuti - da raccogliere, trasportare e riciclare quando e come si può - prima ancora di iniziare a parlare di raccolta differenziata e di riciclaggio. L'appello "Meno Rifiuti Più Benessere in 10 mosse" è, quindi, per Fare Verde, un documento che riassume bene il proprio impegno per la riduzione a monte dei rifiuti e che potrebbe allargarlo ad una auspicabile condivisione con il mondo delle imprese. In un momento di grande interesse per la "green economy", chiamare in causa la responsabilità dell'industria che utilizza gli imballaggi e della grande distribuzione organizzata che li vende, è quanto mai opportuno. Infatti, se tutti siamo chiamati a dare un contributo concreto per ridurre l'impatto delle attività economiche sugli ecosistemi, i destinatari dell'appello possono fare scelte che hanno una portata decisamente importante in termini quantitativi, ma anche culturali.

10 AZIONI PER L'INDUSTRIA UTILIZZATRICE DI PACKAGING E LA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA DA METTERE IN PRATICA SENZA INDUGI E PROMUOVERE CON UN'APPROPRIATA COMUNICAZIONE
1) Sostituire tutti gli imballaggi non riciclabili, che impediscono un riciclo efficiente o che compromettono la qualità del riciclo con imballaggi riciclabili andando verso l'impiego di monomateriali (o imballaggi di più materiali, tra di loro facilmente separabili e per i quali esista una filiera del riciclo). Inoltre nell'impiego di materiali teoricamente riciclabili o compostabili come ad esempio il PLA (o acido Poli-lattico) va verificato se la filiera di raccolta esistente al momento sul territorio nazionale è in grado di gestire il materiale senza disfunzioni e se lo stesso può essere effettivamente compostato o riciclato con metodologie meccaniche o chimiche. Stessi accorgimenti sono applicabili dal mondo della grande distribuzione organizzata (GDO) per il packaging dei prodotti a marca propria e nei confezionamenti dei prodotti alimentari che avvengono nei punti vendita.
2) Ridurre il peso degli imballaggi con l'eliminazione dei doppi imballaggi e componenti accessori all'imballaggio superflui e la messa in commercio di prodotti iperconcentrati o allo stato solido. Tra i doppi imballaggi (o packaging secondario) di cui si può fare a meno ci sono le confezioni di cartoncino che contengono dentifrici o altri prodotti di detergenza per il corpo e gli involucri impiegati per avvolgere le due confezioni di caffè macinato utilizzati da molte marche note, sostituibili con una grafica dell'imballaggio primario che evidenzi l'impossibilità di un acquisto separato delle 2 unità. Alcuni componenti accessori dell'imballaggio, oltre a complicare conferimento e riciclaggio quando non separabili, costituiscono uno spreco evitabile come ad esempio tappi e fascette per richiudere le confezioni ma anche i manici dei flaconi. Si può tranquillamente tornare a fare a meno dei tappi a vite o a linguetta applicati a contenitori in tetrapack soprattutto quando termosaldati e difficilmente separabili. Esistono in commercio soluzioni riutilizzabili che possono assolvere alle stesse funzioni garantite dalle parti accessorie (come clip e mollette per richiudere le confezioni al posto delle fascette). Ripensare le formulazioni dei prodotti in particolare nel settore della detergenza dove il principale ingrediente è l'acqua e mettere a disposizione prodotti iperconcentrati o in forma solida si possono evitare tonnellate di plastica, ridurre i viaggi dei camion e le emissioni di Co2 complessive dovute alla produzione, distribuzione e riciclo del packaging.

3) Sostituire o eliminare negli imballaggi quelle componenti che ne impediscono o complicano il riciclaggio come le etichette sleeves e l'uso di additivi, coloranti e composti esterni. Le etichette sleeves che rivestono tutto il contenitore creano enormi problemi quando sono di diverso materiale plastico rispetto al contenitore che rivestono. Per motivi tecnici ed economici vengono scelte in PVC in molti casi e applicate su contenitori in PET. Questa pratica compromette il riciclaggio sin dalle prime fasi di selezione. A causa della sleeve in PVC il contenitore in PET non viene riconosciuto dai lettori ottici degli impianti di selezione automatica e viene scartato finendo in discarica o negli inceneritori visto anche l'insostenibilità economica della selezione e rimozione manuale dell'etichetta. Se le bottiglie di plastica delle bevande fossero tutte di PET trasparente la riciclabilità sarebbe ottimale (evitando selezioni per colore e massimizzando il valore del materiale riciclato) ed è per questo motivo che in Giappone è consentito produrre solo bottiglie trasparenti.
4) Ottimizzare l'impiego dei materiali e del design dei contenitori ai fini di un riciclo efficiente. Una nota marca ha lanciato una nuova confezione basica senza manico e in PET per un suo detersivo comunicando i motivi della scelta. Una riduzione dell'eterogeneità delle plastiche con l'utilizzo di polimeri più pregiati ai fini del riciclo è stata perseguita recentemente da aziende leader della GDO in Canada dove per il confezionamento in house verranno usati contenitori e vaschette termoformate in PET invece che in PVC . Questa decisione ha non solamente sottratto il pvc alle discariche e soprattutto dagli inceneritori (il pvc è il precursore delle famigerate diossine) ma sta condizionando anche le decisioni sul packaging che le aziende di marca stanno prendendo.

5) Promuovere l'uso di contenitori a rendere (anche in plastica infrangibile)
6) Utilizzare ove possibile materiale riciclato per realizzare il packaging al posto di materia vergine.
7) Adottare un sistema di marcatura/etichettatura degli imballaggi che possa comunicare in modo chiaro e trasparente al consumatore il grado di riciclabilità dell'imballaggio stesso. Sulla base di questo grado di riciclabilità potrebbe essere fissato il livello di contributo ambientale che tale imballaggio deve pagare al sistema di raccolta.
8 ) Nei punti vendita della GDO: favorire la nascita di circuiti specifici a "filiera breve" raccolta-riciclo-riprodotto, anche con sistemi a cauzione come avviene ad esempio in molte catene GDO centro europee.
9) Nei punti vendita della GDO: eliminare l'imballaggio eccessivo e ridurre il consumo di sacchetti monouso per l'ortofrutta. Per quanto riguarda alcuni prodotti alimentari confezionati in loco (ad es i formaggi) è possibile ridurre l'imballaggio alla sola pellicola eliminando i vassoi in polistirolo. Nel settore ortofrutta si può ridurre il consumo di sacchetti monouso mettendo a disposizione dei clienti una soluzione riutilizzabile come i retini in cotone o poliestere proposti dalla campagna Porta la Sporta con l'iniziativa Mettila in rete.

10) Nei punti vendita della GDO: favorire un cambio di abitudini che spinga i cittadini consumatori al riutilizzo di contenitori portati da casa e all'adozione di prodotti con parti intercambiabili adatti all'uso multiplo in quanto unica strategia possibile ed efficace per ridurre il consumo usa e getta. Per quanto riguarda i prodotti acquistabili sfusi con contenitori riutilizzabili del settore detersivi e detergenti per la casa e la persona è stato rilevato da negozi specializzati in prodotti sfusi che, quanto più ampio è l'assortimento a disposizione dei clienti, tanto maggiore diventa lo smercio con questa modalità. La GDO può guidare le scelte dei consumatori dalle versioni usa e getta a versioni adatte all'uso multiplo mettendo a disposizione e valorizzando queste ultime. Partendo da un oggetto usato quotidianamente come lo spazzolino da denti va notato che l'offerta di modelli con testine intercambiabili è quasi inesistente o poco visibile. Solamente la Coop ha in assortimento un modello di spazzolino con testine intercambiabili a marca propria (realizzato in Italia) in tutti i punti vendita. Tutti i modelli di spazzolini presenti in assortimento sugli scaffali delle maggiori insegne della GDO sono spazzolini monouso che per lo più arrivano dalla Cina, tranne un unico modello che non è però capillarmente diffuso nei punti vendita.

Infine, Fare Verde Modica tramite la referente locale la Dott.ssa Maria Chiara Adamo, ritiene che: "l'appello alla riduzione dei rifiuti sia particolarmente importante in tempi di tagli dei trasferimenti agli Enti Locali: se la mancanza di fondi non aiuta a introdurre, sviluppare e migliorare le raccolte differenziate "porta a porta", un impegno delle imprese a ridurre alla fonte i rifiuti generati dai loro imballaggi risulta fondamentale per evitare di scaricare sull'ambiente gli effetti negativi delle loro attività economiche e commerciali. Invito personalmente il comune di Modica ad aderire a tale iniziativa. Sarebbe opportuno che gliEnti Locali e le Associazioni sottoscrivessero tale iniziativa inviando una mail a:adesioni@comunivirtuosi.org,mentre i cittadini possono dare il loro contributo firmando la petizione collegandosi al sito http://www.comunivirtuosi.org/index.php/meno-rifiuti?view=petition&id=49."
Marilisa Romagno
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