03/12/2014 - 12:50

Consumo del suolo, Galletti: basta indugi serve una legge appropriata. E forse c'è

Nel nostro Paese è necessario che venga garantito il giusto equilibrio tra le zone destinate all'edilizia e quelle riservate all'agricoltura
Ad affermarlo è stato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni riunite Esteri e Ambiente di Camera e Senato. 
 
Nel nostro Paese ogni giorno vengono cementificati circa 100 ettari di superficie libera a scapito dei terreni destinati all'agricoltura. Ciò determina, oltre alla riduzione della produzione agricola anche una modificazione delle caratteristiche naturalistiche del suolo spogliando l'ambiente dalle naturali difese contro il rischio idrogeologico, ha spiegato il ministro. 
 
Le conseguenze di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti, a partire dai recenti - e continui - eventi alluvionali che hanno colpito molte zone del nostro Paese. In questa ottica assume particolare importanza il disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo (A.C. 2039), attualmente all'esame delle commissioni Ambiente e Agricoltura del Senato. Nel testo, secondo il ministro, è necessario però implementare ulteriormente l'aspetto relativo allo stretto rapporto esistente tra consumo del suolo e fenomeni di rischio idrogeologico.
 
Questo provvedimento è infatti lo strumento attraverso il quale si punta a creare un efficace sistema di controllo e di sviluppo globale e moderno del territorio, attribuendo, in primo luogo alle aree agricole, il ruolo di fattore principale di tutela del suolo, ha sottolineato Galletti. 
 
Il disegno di legge costituisce dunque occasione imperdibile per "un complessivo ripensamento della determinazione degli usi ammissibili del territorio in una nuova e contemporanea prospettiva nella quale il suolo è finalmente visto né come icona separata dal contesto sociale ed economico (dal quale è illusorio crederlo sganciato), né come materiale informe da assoggettare ad usi antropici indiscriminati, ma piuttosto come elemento primo, prezioso e fragile, dello sviluppo sostenibile. L'unico possibile per garantire i diritti delle generazioni future" ha concluso Galletti. 
Rosamaria Freda
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