01/01/2013 - 01:00

Come viene studiata e protetta la Berta Maggiore

Di giorno viaggia per decine di chilometri in mare aperto a caccia di cibo, di notte torna al nido per accudire i piccoli. Sono i rituali seguiti ogni giorno di questa lunga estate dalla berta maggiore, l'"albatross del Mediterraneo", specie studiata con un progetto che la LIPU-BirdLife Italia, grazie al supporto della LIPU Uk, sta portando avanti da alcuni anni.
Quest'anno lo studio è condotto nell'isola di Linosa, in Sicilia, dove è presente una delle più grandi colonie del Mediterraneo, formata da circa 10mila coppie. La specie è sotto osservazione dal 2008, da quando cioè la LIPU, proprio a Linosa, avviò il progetto "Iba marine" per conto del ministero dell'Ambiente, finalizzandolo all'individuazione delle aree di alimentazione in mare aperto utilizzate dalle specie di interesse comunitario. Tali aree, benché fondamentali per la sopravvivenza di questi animali, sono al momento ancora sprovviste di tutela. Proprio in questi giorni, a Linosa, durante la notte, uno staff formato da alcuni ricercatori della LIPU e dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione ambientale), studia le berte maggiori raccogliendo dati come il peso, le misure biometriche (ad esempio lunghezza del becco e del tarso) e dotandoli di anello identificativo. E, nel caso degli adulti, applica loro un "Gps logger", dispositivo elettronico in grado di ricostruire i movimenti delle berte in mare aperto, dal momento in cui l'animale si allontana dal nido fino al suo ritorno, dopo qualche giorno. Tutte queste fasi sono ora descritte in alcuni video che la LIPU pubblica, sotto riportati.

Il progetto si concluderà a Ferragosto, e i dati ricavati in queste settimane andranno ad arricchire il ricco database nel quale confluiscono, dal 2008, le informazioni relative alla specie. "Il lavoro che stiamo svolgendo a Linosa - afferma Giorgia Gaibani, responsabile Iba e rete Natura 2000 della LIPU - sarà molto utile per arricchire le conoscenze sulla specie e proseguire sulla strada dell'individuazione delle più importanti aree ornitologiche marine, dove le berte si riforniscono di quel cibo indispensabile per la propria sopravvivenza e l'allevamento dei loro piccoli". La berta maggiore sverna nei mari del Sud dell'oceano Atlantico e percorre ogni anno migliaia di chilometri per raggiungere il Mediterraneo e nidificare. Nei nostri mari la berta deve fronteggiare alcuni gravi pericoli come la pesca industriale con "palamiti", per colpa della quale gli uccelli rischiano di rimanere impigliati e morire per annegamento, ma anche l'inquinamento, la distruzione dell'habitat, il disturbo causato da un turismo non sostenibile e la presenza del ratto che, portato dall'uomo su alcune isole dove prima non c'era, può causare la morte di numerosi piccoli al nido.

foto: G. Rannisi





Tommaso Tautonico
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