20/09/2015 - 09:03

Clima, Ue verso COP21: - 50% di emissioni entro il 2050. Greenpeace: puntare su rinnovabili

Ridurre del 50% le emissioni di gas serra nell'atmosfera entro il 2050 e azzerarle del tutto entro il 2100. Sono questi gli obiettivi del piano messo a punto dal Consiglio dei ministri dell'Ambiente dell'Unione europea che si è riunito a Bruxelles in vista della conferenza COP21, che si terrà il prossimo mese di dicembre a Parigi.
 "Il mandato che il Consiglio dei ministri dell'Ambiente dell'Unione Europea ha dato alla presidenza lussemburghese in vista della conferenza Onu sul clima di Parigi è chiaro, alto, ambizioso: ridurre le emissioni del 40% entro il 2030, del 50% entro il 2050 per arrivare entro la fine del secolo a emissioni zero" ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, commentando il piano dell'Ue.

"C'è inoltre un impegno particolare a sostenere i paesi meno avvantaggiati che spesso sono quelli più colpiti dalle conseguenze del surriscaldamento globale" ha continuato Galletrti ricordando come l'Ue stia tenendo fede al suo impegno: "tenere alta l'asticella dell'intesa con target di riduzione di C02 che sono di gran lunga i più ambiziosi del pianeta e mettendo in campo tutto il suo peso politico per far sì che nella capitale francese in dicembre si raggiunga un'intesa efficace, in grado cioè di fronteggiare i cambiamenti climatici. E' importante anche la prospettiva di medio e lungo termine".

"Non si tratta  di impegni poco rilevanti perché troppo lontani nel tempo. Se vogliamo costruire le condizioni per il raggiungimento dei target che ci siamo prefissi al 2030 e al 2050 e per preparare l'obiettivo di fondo di emissioni zero nel 2100, dobbiamo iniziare a lavorare da oggi. Dobbiamo ricostruire il nostro sistema produttivo ed economico in chiave di sostenibilità e de-carbonizzazione, dobbiamo essere in grado di fornire ai paesi che chiedono sviluppo e crescita economica fonti di energia adeguate che non producano gas serra. E' un processo complesso, lungo, che richiederà decenni e salde volontà politiche" ha aggiunto Galletti. Il ministro ha sostenuto infine che "è un processo che deve iniziare oggi e che deve essere "certificato" da impegni precisi, vincolanti, da meccanismi di controllo, da un sistema di regole che dovremo adottare a Parigi. E' questo il nostro impegno. E la nostra responsabilità".

Ma non tutti sono d'accordo con la posizione dell'Ue in vista di COP 21. Secondo Greenpeace, per esempio, l'Unione europea sarebbe ancora "ben lontana da quanto serve per riuscire ad ottenere un efficace accordo globale". "L'Europa può e deve fare di più per velocizzare la transizione energetica verso un sistema che si basi completamente sulle rinnovabili, impegnandosi al contempo ad abbandonare definitivamente l'utilizzo di combustibili fossili. A Parigi, inoltre, ci sarà bisogno di un fronte unito che supporti l'uscita dall'era fossile a livello globale entro il 2050" ha commentato Luca Iacoboni, responsabile della campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia.

"Greenpeace chiede un rapido abbandono dell'uso del carbone e lo sviluppo di un sistema energetico europeo che, al 2050, punti su energia al 100 per cento rinnovabile per tutti, con il fondamentale contributo dell'efficienza energetica. Ad oggi, l'impegno europeo sul clima si è rivelato essere un contributo insufficiente agli sforzi globali di limitare il riscaldamento globale entro i 2°C. I Paesi europei dovrebbero mirare ad impegni più ambiziosi in fatto di clima e, nell'ambito della Conferenza di Parigi, dovrebbero accordarsi per creare un meccanismo globale di controllo che ogni cinque anni permetta di rivedere al rialzo i propri obiettivi" ha continuato Iacoboni.

"Ancora una volta, su un tema vitale come il contrasto ai cambiamenti climatici, l'Italia dimostra scarso coraggio e mancanza di leadership, appiattendosi sulle posizioni della maggioranza. Inoltre, la credibilità del nostro Paese è pesantemente minata dai piani del governo nazionale che, inspiegabilmente, continua a puntare sulle trivelle, affossando rinnovabili ed efficienza" ha concluso Greenpeace.
Rosamaria Freda
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