11/12/2018 - 17:09

Clima, COP24: WWF, Italia fra Paesi europei con "Asset Owners" meno trasparenti

L’Italia è fra i Paesi europei con gli “Asset Owners” meno trasparenti sull’allineamento degli investimenti agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi. Un nuovo report del WWF spiega come le strategie di investimento e le policy sulla finanza possano aiutare una transizione economica in grado di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C.

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Oggi il WWF lancia il report dal titolo “Allineamento agli scenari climatici dei portafogli di public equity e corporate bond degli asset owners europei”. Un’analisi di lungo periodo su come i maggiori Asset Owners europei stiano allineando – o meno – i loro portafogli di public equity e corporate bond rispetto l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi. Con questo lavoro si intende informare e partecipare al dibattito su come le strategie di investimento e le policy sulla finanza possano contribuire a impostare una transizione economica in grado di mantenere i cambiamenti climatici ben al di sotto dei 2°C.

Il WWF ha selezionato i maggiori Asset Owners in 11 Paesi europei e ne ha incontrati 88 per verificarne la disponibilità a valutare l’allineamento degli investimenti agli obiettivi climatici. Solo 33 hanno accettato di rendere trasparenti i risultati della valutazione in questo report su 5 aree: generazione a carbone, rinnovabili, miniere di carbone, produzione di gas e petrolio.

Gli ‘asset owners’ che hanno reso trasparenti i propri portafogli e accettato di pubblicare i risultati della valutazione climatica dei propri investimenti collaborando al report, hanno colto questa opportunità per porsi in posizione avanzata nella comprensione dei rischi e delle opportunità legate ai cambiamenti climatici dei propri investimenti. “Le decisioni sugli investimenti devono essere guidate dalla valutazione del rischio di un mondo in rapido cambiamento- ha affermato Sebastian Godinot, economista al Policy Office europeo del WWF e principale autore del report.

Il WWF apprezza i 33 “asset owners” che hanno scelto di intraprendere valutazioni lungimiranti sullo scenario climatico: saranno un passo avanti nella comprensione dei rischi e delle opportunità legate al clima all'interno dei loro portafogli”.

Ecco le tre principali conclusioni del report:

- Sono necessari maggiori sforzi per assicurare che gli investimenti in public equity e corporate bond siano allineati a una transizione economica compatibile con uno uno scenario di salvaguardia climatica sotto i 2°C. Ci sono indicatori incoraggianti, che per alcuni asset owner gli investimenti siano parzialmente allineati almeno in alcuni settori tecnologici presi in esame dal lavoro del WWF. Per contro, nessun asset owner risulta allineato in tutti i settori tecnologici.

- Ci sono chiare differenze tra Paesi in termini di volontà degli asset owner (che pure operano in un mercato globale) a partecipare e rendere trasparente il proprio allineamento climatico. Nei Paesi del nord Europa (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia) c’è ampia trasparenza nel rendere noti i risultati di allineamento climatico e molti degli investitori sono attivamente impegnati in iniziative internazionali. Questo è merito sia dell’ininiziativa degli assett owner che della cornice istituzionale e la legislazione nazionale in merito di trasparenza degli investimenti. In Olanda e Francia è stato riscontrato un parziale livello di trasparenza. Al contrario, alcuni Paesi come Belgio, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito non mostrano alcun livello di trasparenza.

- Ci sono indicatori incoraggianti rispetto al fatto che, sempre di più, gli asset owners riconoscano l’importanza della valutazione dei rischi e delle opportunità legate ai cambiamenti climatici. 55 asset owners su 88 (il 61%) sono impegnati nella valutazione di scenari climatici sul lungo periodo.

Il WWF continua a sollecitare l’adozione di procedure armonizzate e lungimiranti per la valutazione degli scenari climatici attraverso l’introduzione di pratiche standard, la supervisione e la regolazione del settore. Per il WWF queste azioni e politiche devono condurre all’allineamento dei flussi finanziari e delle attività economiche con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Proprio come richiesto dall’accordo stesso.

“Questo studio dimostra come le strategie di investimento e le policy sulla finanza possano dare impulso a una transizione economica in grado di mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C e come in molti Stati europei, incluso il nostro, ci sia ancora tanto da fare - conclude Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. C’è una sempre maggiore esigenza di stabilità finanziaria legata alla necessità che gli asset owner rendano trasparenti le proprie vulnerabilità sui settori maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici, ma anche la parallela grandi opportunità per investire nelle soluzioni a basse emissioni di carbonio”.

Tommaso Tautonico
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