01/01/2013 - 01:00

"Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l'esempio " (Jacques Prévert)

Appunti per il passaggio da una situazione come quella attuale di emissioni emotive altissime, ad un auspicabile di guida virtuosa richiesto dalla situazione, ma quanto consentito?

L'altro giorno mi ritrovo recapitato sulla mia casella di posta elettronica questo interessante racconto di Andrea Mucciolo, inviato a tutti gli iscritti al gruppo “Galassia Arte”, su Facebook: http://www.andreamucciolo.com/la_sintesi_della_vita.html

L'ho trovato interessante sia per lo stile che per i contenuti. Non so se l'autore nello scrivere questo racconto si sia riferito alla sua esperienza personale, oppure alla sua fantasia, fatto sta che se anche non fosse vera questa storia è verosimile.

Quale esperto di psicologia del traffico mi sono sentito attratto dall'argomento e vorrei quindi esprimere un mio commento.

Quanto viene raccontato nel breve lavoro di Mucciolo ha a che fare con il processo mimetico, con un capro espiatorio, con un doppio legame, con l'imitazione e con l'avvio di una circolarità che, a seconda dei casi, può essere viziosa o virtuosa. In questo caso siamo in presenza di un circolo vizioso: il gestaccio del dito alzato si propaga da ciclista a ciclista, passando per l'automobilista quale portatore sano.

Da questo racconto emerge anche il carattere relativo del concetto di “utenza debole”.

Una bicicletta che impedisce ad una macchina di passare è in una posizione di forza, e non di debolezza, anche se teoricamente sarebbe “utenza debole” rispetto all'autovettura.

Tenendo distinti il piano della narrazione creativa, dove l'artista ha il pieno diritto di scrivere quello che vuole, da quello della critica e dell'etica, definirei questo racconto come uno splendido esempio di come non ci si dovrebbe comportare sulla strada.

Abbiamo una reattività emotiva esasperata, l'incapacità a reggere una temporanea frustrazione. Di conseguenza la proattività - cioè la capacità di proseguire per la propria strada, incurante delle provocazioni ricevute - è azzerata.

Finirei con una citazione di Jacques Prévert: “Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l'esempio”. A questo punto rimettiamo in pista la responsabilizzazione verso l'aspetto sociale delle nostre azioni. A questo punto e solo a questo punto, possiamo pensare ad una circolarità virtuosa attivata dai nostri gesti e dalle nostre azioni.

Sabino Cannone
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