09/10/2017 - 10:35

Arredamento: la via brasiliana verso la sostenibilità sociale, ambientale ed economica

Gli esempi di Cristiano Valle - Tora Brasil, Paulo Alves e Hugo França. Secondo i dati Apex-Brasil, nel 2016 l’export verso l’Italia ha raggiunto un valore commerciale pari a 1,36 milioni di euro, in crescita del 95,3 % rispetto al 2015.

Cristiano Valle_credits Ediceu de Carvalho_LR
La “via brasiliana” del design propone pratiche sostenibili e attività volte a generare prosperità nelle comunità locali.
 
Il design contemporaneo brasiliano trova ampia ispirazione nel ricchissimo archivio di forme, materiali e culture che il Brasile offre naturalmente e che gli artisti contemporanei reinterpretano in maniera innovativa e sostenibile.
 
La sostenibilità è, infatti, uno degli elementi che caratterizza il design brasiliano e, in particolare, il settore delle soluzioni per l’arredamento, molto attento all’artigianato e alla lavorazione tradizionale delle diverse comunità indigene.
 
Queste vengono rilette e riproposte attraverso lavorazioni innovative di materiali classici o l’utilizzo di legni come quelli certificati dal Forest Stewardship Council- FSC®, utilizzati da Cristiano Valle, designer e proprietario di Tora Brasil, che ha partecipato al Fuorisalone di Milano nel 2017 con il tavolo da caffè Moaticu. 
 
Utilizzare il legno certificato avvia una catena del valore che coinvolge tre sostenibilità: ambientale, perché preserva l’ecosistema della foresta, sociale, perché aiuta le comunità locali coinvolte nel processo ed economico-reputazionale, perché con il legno certificato si possono realizzare pezzi unici, ambasciatori naturali del patrimonio brasiliano nel mondo.
 
La via brasiliana del design sostenibile passa anche da un impiego responsabile delle risorse
L’intero processo produttivo può e deve essere sostenibile: il designer Paulo Alves, ad esempio, minimizza l’impatto del suo lavoro sulla natura e sui rifiuti in tutte le fasi della catena produttiva, dalla scelta del materiale - riciclato o utilizzato al massimo delle sue potenzialità - sino alla selezione dei fornitori - scelti tra i più prossimi geograficamente, per evitare di eccedere nelle emissioni di carburante.
 
Hugo França, dell’omonimo Atelier, ha trovato da oltre 30 anni la sua cifra stilistica in questa direzione, utilizzando gli scarti di produzione del legno, acquistando radici dagli agricoltori e allevatori di bestiame del sud di Bahia e scegliendo un processo produttivo con un numero minimo di scarti, attraverso l’utilizzo di pochi strumenti e una formazione apposita dei componenti del team locali, coinvolti nel percorso del design sostenibile con le loro famiglie. 
 
Esempio del riutilizzo del legno è quello di “Public Furniture/Urban Trees”, progetto nel quale i residui del legno locale vengono utilizzati per ricreare dei mobili scultorei con finalità sociale, destinati alle aree pubbliche, per favorire l’interazione e il contatto della collettività.
 
Secondo i dati forniti da Apex-Brasil, Agenzia Brasiliana per la Promozione del Commercio e degli Investimenti, l’arredamento brasiliano vanta una forte presenza internazionale, con un export importante versoUsa, Regno Unito e Argentina, con quote rispettivamente pari al 19,4%, 13,6% e 9,9%. 
 
Nella zona UE, il Regno Unito è il mercato principale per le esportazioni, con una quota pari al 57,5% di tutti i mobili brasiliani venduti nell’Unione Europea. 
 
L’Italia ha importato nel 2016 arredamento brasiliano per un valore commerciale pari a 1,36 milioni di euro, in crescita del 95,3% rispetto al 2015.
 
Il design brasiliano è molto giovane, soprattutto se paragonato all’eredità storica del nostro Paese, ma la “via della sostenibilità” è sicuramente la chiave per una crescita positiva di questo settore, anche nell’export verso l’Europa.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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