23/11/2012 - 12:00

Ambiente: l'impegno UE nella lotta ai rifiuti marini

In tutto il mondo, i rifiuti marini costituiscono una grave minaccia per l'ambiente costiero e marino. Gli habitat marini sono contaminati da rifiuti prodotti dall'uomo e da altri rifiuti che creano in misura sempre maggiore problemi ambientali, economici, sanitari ed estetici.
La Commissione europea sta cercando di aumentare la consapevolezza di questo problema mondiale, in linea con l'impegno assunto quest'estate a Rio di ridurre l'incidenza e l'impatto di questo tipo di inquinamento sugli ecosistemi marini. Il Commissario per l'Ambiente Janez Potočnik ha affermato: "Al vertice della Terra Rio +20, i leader mondiali si sono impegnati a ridurre in modo significativo i rifiuti marini entro il 2025. La Commissione europea intende essere tra i protagonisti di questa iniziativa e lavorare a stretto contatto con gli Stati membri, le convenzioni marittime regionali e le parti interessate al fine di individuare e sviluppare iniziative concertate per far fronte al problema". Allo scopo di aumentare la consapevolezza e di stimolare la riflessione, la Commissione intende pubblicare una sintesi della legislazione, delle politiche e delle strategie esistenti nell'UE riguardo a questo problema, con l'indicazione delle iniziative in corso e previste in questo ambito. Tale sintesi può essere consultata all'indirizzo seguente: http://ec.europa.eu/environment/marine/good-environmental-status/descriptor-10/index_en.htm

I rifiuti marini sono composti fino all'80% da plastica e provengono da una molteplicità di fonti. Le materie plastiche hanno la tendenza a persistere, anche per centinaia di anni, nell'ambiente marino. Il documento giunge alla conclusione che le politiche in materia di acque, di efficienza delle risorse e di rifiuti nonché di tutela della natura, come anche la legislazione concernente l'industria navale e le infrastrutture portuali, possono tutte contribuire ad affrontare il problema ma è necessario che siano attuate in modo più efficace. Le iniziative del passato sono state ostacolate dalla mancanza di una solida base di conoscenze sulla portata e sulla natura esatte del problema. Questa difficoltà dovrebbe essere ora in parte superata grazie alla disponibilità di migliori conoscenze. Nell'ambito dell'attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, gli Stati membri dovevano trasmettere entro il 15 ottobre 2012 una valutazione iniziale dello stato delle rispettive acque marine, la loro definizione di "buono stato ecologico" e gli obiettivi da essi stabiliti per conseguirlo. La Commissione sta ora esaminando le relazioni degli Stati membri e intende pubblicare la sua valutazione nel 2013.

Il documento sui rifiuti marini, i diversi progetti pilota in corso e le informazioni ricevute dagli Stati membri sulla situazione dei rispettivi mari nell'ambito della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, daranno un apporto significativo alla riflessione condotta dalla Commissione su un possibile obiettivo di riduzione a livello dell'UE, come contributo all'impegno assunto nel quadro di Rio +20. La Commissione deve ora consultare gli Stati membri e i paesi terzi, le convenzioni marittime regionali, i soggetti coinvolti e le altre parti interessate sul modo migliore di realizzare le iniziative in materia di rifiuti marini. Questa consultazione culminerà in una conferenza internazionale sulla prevenzione e la gestione dei rifiuti marini nei mari europei, organizzata congiuntamente dal ministero dell'Ambiente tedesco e dalla Commissione europea a Berlino nell'aprile 2013. Peter Altmaier, ministro dell'Ambiente tedesco, e Janez Potočnik, Commissario per l'Ambiente, prenderanno parte a tale evento, che sarà focalizzato sui piani d'azione regionali per i mari europei e che è inteso a presentare una serie di iniziative pratiche.

Oltre a rappresentare un'ulteriore pressione su ecosistemi già fragili, l'impatto ambientale dei rifiuti marini può ripercuotersi segnatamente sulla fauna marina e può nuocere alla salute umana. I rifiuti marini rappresentano inoltre un ostacolo per il turismo e le spese per la loro rimozione dalle zone costiere dell'Europa ammontano a diversi milioni di euro all'anno. La direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino impone agli Stati membri di conseguire un "buono stato ecologico" delle acque marine entro il 2020. Un primo passo in tal senso è costituito dalla preparazione di una valutazione iniziale (articolo 8), che individua le principali minacce per i mari europei. Inoltre gli Stati membri devono tradurre il rispettivo "buono stato ecologico" (articolo 9) in criteri concreti, sulla base dei quali sia possibile valutare i dati di monitoraggio. Infine, gli Stati membri devono stabilire obiettivi ambientali nazionali (articolo 10) che indichino il livello delle loro ambizioni. I rifiuti marini sono uno degli undici descrittori qualitativi che gli Stati membri devono tener presenti al fine di determinare il "buono stato ambientale". Tutte le iniziative previste richiedono la collaborazione dei paesi che si affacciano sui quattro mari europei: l'Oceano Atlantico nordorientale, il Mar Baltico, il Mar Mediterraneo e il Mar Nero.
Tommaso Tautonico
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