14/04/2016 - 16:00

Ambiente: il Mare Nostrum come non l'avete mai visto

Alla scoperta di ambienti e specie che vivono nelle "viscere" del Mediterraneo, tra i 50 e i 400 metri di profondità: questo il tema affascinante e sorprendente della mostra fotografica Colori profondi del Mediterraneo ospitata nella Sala della Balena del Museo Civico di Zoologia di Roma dal 14 aprile al 19 giugno 2016, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
Le foto, provenienti dagli archivi di ISPRA, l'istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, mostrano una selezione di 35 immagini scattate nelle profondità del Mare Nostrum che sono state esplorate per la prima volta nel dettaglio: un patrimonio scientifico e culturale di immenso valore messo a disposizione della collettività. Colori sgargianti, forme variegate, dimensioni disparate, animali che non sembrano tali, creano un vivace susseguirsi di strutture inusuali in grado di modellare un paesaggio inaspettato. Le foto, raccolte insieme ad un'altra sessantina in un libro fotografico che l'ISPRA ha realizzato, sono una selezione rappresentativa dei 900 i punti di immersione e delle 50 campagne oceanografiche portate avanti, dal 2007 in poi, dai ricercatori dell'Istituto. Lo studio è stato consentito grazie all'utilizzo di strumentazione d'avanguardia, in particolare di un ROV (Remotely Operated Vehicle), piccolo robot pilotato dalla nave d'appoggio e che naviga in prossimità del fondo, acquisendo filmati, foto dell'ambiente circostante e raccogliendo piccoli campioni degli organismi marini presenti. La grande mole di dati raccolti ha stravolto in pochi anni le conoscenze sulle comunità profonde mediterranee, con l'acquisizione di nuove importanti informazioni sul nostro mare, aprendo le strade per nuove linee di ricerca. La mostra ha ora l'intento di comunicare i risultati di questo lavoro al pubblico, coniugando il rigore scientifico con un linguaggio divulgativo.

Prima di queste immersioni si ipotizzava che scendendo più a fondo gli ambienti divenissero poveri e bui. Invece si sono scoperti veri e propri hotspot di biodiversità, caratterizzati dalle cosiddette "Foreste animali". Creature sessili ed erette, che si elevano dal substrato, creando con le loro forme massive e arborescenti nuovi spazi, anfratti e nicchie, che richiamano ed ospitano altri organismi. Le spugne ed i coralli sono "gli attori principali" di questi ecosistemi profondi. Fungono da sostegno e attirano a sé una ricchissima fauna associata, fatta di pesci, molluschi, crostacei, echinodermi. Ogni organismo trae giovamento dall'altro, in un continuo scambio di energia. Lo spettacolo è affascinante e sorprendente, simile a quello cui si assiste con le foreste terrestri, per struttura, ricchezza e complessità: esplosioni di colori e forme, già fantasticate da antichi naturalisti e pescatori. Nel nostro Mediterraneo si possono trovare dalle gorgonie bianche e gialle al corallo rosso, fino ai millenari coralli neri. Ci sono pesci come scorfano, rana pescatrice, murena, ricciola, pesce luna, cernia gigante, gattuccio e squalo vacca, nonché crostacei come l'aragosta di profondità e molteplici tipologie di spugne, come quelle a camino e a calice.

Una selezione di immagini racconta anche i segni del passaggio dell'uomo: dalle reti abbandonate che arrivano a spezzare i rami dei coralli, ai copertoni e ai bidoni che diventano talvolta rifugio per crostacei e pesci, fino alle buste di plastica e le bottiglie, il cui impatto è tale da trovarle anche in canyon a 450 metri di profondità. Negli scatti che raccontano i colori profondi il mare più presente è quello della Sardegna, seguito da Sicilia e Calabria, ma ci sono anche i fondali di Liguria, Toscana, Campania e Lazio, a testimonianza di una straordinaria ricchezza che coinvolge tutti i mari italiani. Oltre alle foto la mostra sarà l'occasione per capire come si svolgono le ricerche, attraverso un video in cui alcuni ricercatori dell'ISPRA raccontano la loro esperienza. Inoltre, saranno esposte per la prima volta alcuni reperti delle collezioni del Museo provenienti dal Mediterraneo.
Tommaso Tautonico
autore