19/11/2018 - 12:49

Ambiente e tecnologia: in Umbria la prima foresta che parla e suona

In Umbria, la Foresta di Piegaro ospita il progetto TRACE - Tree monitoring to support climate adaptation and mitigation through Pefc certification, uno studio internazionale grazie al quale è possibile conoscere lo stato di salute degli alberi. Grazie al sound artist Federico Ortica, gli alberi creano musica regalando un’esperienza sensoriale unica.

Ambiente, tecnologia

La tecnologia al servizio dell’ambiente e viceversa per raccontare lo stato di salute del pianeta e creare momenti unici dove natura, scienza, musica e arte si fondo insieme in qualcosa mai visto prima. È questa la chiave del duplice progetto che vede come protagonista, unico caso in Italia, la Foresta di Piegaro in Umbria, di proprietà della Famiglia Margaritelli. Il 21 novembre sarà la Giornata Nazionale dell’Albero, un’occasione in più per rendere un tributo a questo testimone della storia del pianeta.

Da un lato, il progetto scientifico TRACE (Tree monitoring to support climate adaptation and mitigation through Pefc certification) ovvero lo studio internazionale che permette di conoscere lo stato di salute dei boschi monitorando i disastrosi effetti del cambiamento climatico.
Mai come in questo periodo, a pochi giorni dall’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia, causando la strage di 14 milioni di alberi e compromesso l’equilibrio ecologico e ambientale di vaste aree1, è opportuno puntare i riflettori sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo italiano, al fine di tutelare la biodiversità e prevenire il dissesto idrogeologico. In questa direzione va il progetto TRACE, nato in collaborazione con PEFC Italia, ente normatore della certificazione di gestione del patrimonio forestale e la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), che studia in particolare le condizioni di salute degli alberi, il livello di inquinamento ambientale e gli sviluppi del riscaldamento della Terra, aumentato di 1 grado negli ultimi anni. Così gli alberi della Foresta di Piegaro, 146 ettari certificata PEFC2 di proprietà della stessa famiglia Margaritelli famosa da sempre, oltre che per il brand di design Listone Giordano, per le sue attività filantropiche, grazie a un sistema di ultima generazione Tree Talker basata sull’IoT (Internet of Things) hanno iniziato a parlare fornendo dati sui diversi parametri eco-fisiologici.

Una foresta è più di quello che vediamo: ciascun albero è più che un organismo che produce ossigeno e purifica l’aria che respiriamo. È un essere vivente in grado di controllare e “guidare” la sua crescita, di comunicare con gli altri alberi, di riconoscere eventuali cambiamenti dell’ambiente circostante facendo sì che la foresta lavori e cresca come un unico organismo. È questa l’importanza della sperimentazione TRACE che vede la partecipazione anche di altri paesi quali Cina, Russia, Spagna e adesso anche l’Italia: da una parte permette di gestire correttamente il patrimonio boschivo e dall’altra, grazie all’impiego dell’innovazione, raccoglie informazioni e dati su ciascun albero utile a comprendere anche il processo di riscaldamento della Terra.
Come funziona esattamente Tree Talker? Il Bosco di Piegaro, insignito nel 2017 con il Premio Internazionale di Ecologia Umana, si compone di 36 alberi di cerro, carpino e douglasia e per questo studio è stato diviso in 3 differenti aree di qualche centinaio di metri quadrati ciascuna: una parte forestale a conifere, una a latifoglie, mentre il terzo gruppo di alberi si trova nell’impianto di arboricoltura da legno. Ogni pianta ha sul tronco un dispositivo con dei sensori che trasmette informazioni su quanta acqua riesce a prendere dal suolo – indicatore importante per comprendere la sua condizione di salute - accrescimento del diametro, qualità e colore del fogliame con cui scoprire se la pianta sta crescendo bene oppure se è affetta da qualche malattia, respirazione, assorbimento del carbonio e dettagli specifici su salute e mortalità della pianta.

Nei racconti di fantasia la foresta, spesso, è custode di segreti, un luogo magico in cui avventurarsi che diventa all’occorrenza un rifugio sicuro e Piegaro, per certi aspetti, racchiude un po’questa magia dove gli alberi non solo “parlano” ma sono anche creatori di musica. Numerosi studi, infatti, rivelano che le piante cantano e le loro melodie sono la voce di un mondo lontano, nascosto. Sembra incredibile, eppure è così e nella foresta di Città della Pieve la famiglia Margaritelli ha concesso al Sound Artist Federico Ortica di trasformare il bosco in un originale palcoscenico per un’inedita installazione sonora multisensoriale. L’iniziativa rientra nel progetto “Natural Genius” della famiglia Margaritelli, che punta a creare una connessione tra la prospettiva ecosostenibile e la potenzialità compositiva della foresta in sé. Sono tanti i professionisti provenienti da diversi campi artistici che hanno aderito a questo programma, accomunati dall’amore per il legno, importante risorsa naturale per l'uomo e per il pianeta. Primo capitolo di questo lungo racconto è la performance artistica di Federico Ortica intitolata “ResonaTrees”, frutto di un lavoro di ricerca durato sei mesi dove gli alberi della foresta di Piegaro sono diventati lo strumento di diffusione con cui produrre una forma di comunicazione bioacustica.

Gli alberi, dunque, sono delle grandi antenne, dei ricettori sensibilissimi che captano eventuali variazioni dell’ambiente circostante come, ad esempio, percentuale di umidità, acqua, temperatura, stagione dell’anno; tutti fattori che influiscono sul suono. L’artista è riuscito a catturare il suono della pianta attraverso dei trasduttori applicati sul tronco e sui rami. La foresta, per Federico Ortica, è diventata lo spazio sonoro con cui creare un touch experience dove le risonanze degli alberi, veri e propri generatori di onde acustiche, si diffondono creando fasce sonore nello spazio e affascinanti illusioni acustiche. Una volta registrato, il materiale sonoro primario è stato lavorato elettronicamente e integrato con suoni sintetici. L'approccio all'opera multisensoriale e multidimensionale crea un soundscape originale, perché permette non solo di ascoltare ma anche di “abbracciare” la sorgente sonora, entrando in contatto con la parte primordiale del suono: la vibrazione. "Il progetto nasce dal mio interesse per le risonanze acustiche di materiali, su cui lavoro ormai da alcuni anni. L'idea parte proprio da questa mia attenta ricerca: in Resonantrees utilizzo gli alberi come corpi risonanti creando una dimensione aumentata del paesaggio naturale" dichiara Federico Ortica, le cui installazioni, infatti, si basano sulla creazione di ambienti sonori che utilizzano materiali come acciaio e legno per la diffusione del suono, creando dei legami fra la risonanza dell'oggetto e il paesaggio naturale che lo circonda, uno stretto legame fra geofonia, paesaggio sonoro e suono sintetico. Il video che restituisce con suoni e immagini questo affascinante progetto, 60 secondi di puro coinvolgimento emotivo, è diventato protagonista di una campagna che Listone Giordano ha portato avanti in centinaia di sale cinematografiche italiane per sottolineare il connubio tra creatività e sostenibilità. L’azienda, grazie anche alla sua Fondazione Guglielmo Giordano, è da sempre impegnata nella promozione delle arti in ogni forma e, a proposito di foresta, ne gestisce anche una in Francia, a Fontaines dove prosegue la propria filosofia di un’economia sostenibile. Gli alberi ci parlano, suonano, ci mettono in guardia sul futuro, ora sta a noi essere pronti ad ascoltare!

Marilisa Romagno
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