01/01/2013 - 01:00

Allarme dune in Italia

È stato lanciato a Roma durante il convegno Sos Dune, organizzato da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiental) e Catap (Coordinamento delle Associazioni Tecnico-Scientifiche per l' Ambiente e il Paesaggio) l'allarme per la progressiva perdita di dune.
Le dune, sebbene rappresentino uno degli ecosistemi più delicati in natura e una barriera naturale anti-erosione, sono uno degli ecosistemi meno protetti in assoluto.
Nel corso di un secolo le dune costiere in Italia hanno perso l'80% della superficie iniziale passando da circa 35-45 mila ettari a 7-9 mila.
In tutto il Paese sono rimasti solo 330 chilometri di dune non antropizzate, sui quali non c'è stato finora nessun intervento umano; il dato è pari ad appena l'8,6% del totale della costa interessata.
L'Italia è ricca di dune famose: da quelle di Piscinas in Sardegna, le più alte d'Europa, dichiarate dall'Unesco Patrimonio dell'umanità', a Monte Russu nei pressi di Santa Teresa di Gallura; dalle dune di Lacona all'Isola d'Elba a quelle dell'Oasi di Vendicari (Siracusa) in Sicilia.
In 35 zone, tutte in aree protette italiane, sono già stati eseguiti interventi di ripristino delle coste sabbiose, utilizzando quasi esclusivamente sistemi di ingegneria naturalistica.
Nel Lazio, in particolare, gli interventi hanno fermato l'erosione delle spiagge del Circeo: invece di creare degli sbarramenti artificiali, è stata riportata la sabbia sulle dune e poi favorita la ricrescita di 40 mila piante, grazie ad un sistema di incannucciate frangivento.
Il sistema delle canne ha permesso la ricrescita delle piante di ammofila anche sulle dune di Vendicari e ne ha consentito così la conservazione.
La vegetazione ha un ruolo fondamentale nella formazione delle dune perché frena il vento e consolida la sabbia.
Altre dune salvate sono quelle di Campomarino in Molise e di Lesina, alle porte del Gargano, recuperate al degrado grazie al posizionamento di sacchi di sabbia a ricostruire la forma originaria delle dune stesse.
Lisa Zillio
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