21/01/2016 - 13:30

AIAB: "Una manciata di semi può salvare il Mondo"

Il mercato mondiale del seme è oggi nelle mani di 10 grosse aziende che ne detengono l'oligopolio. Questo limita la sovranità alimentare, impoverisce le tasche degli agricoltori, sempre più soggetti a regole dettate dalle multinazionali; danneggia la salute dei consumatori, sempre più affetti da allergie e intolleranze; inquina l'ambiente, per l'estremo uso di fitofarmaci; esaspera i cambiamenti climatici. C'è solo una strada per sfuggire a tutto ciò: coltivare biodiversità.
"Bisogna riportare il controllo dei semi nelle mani degli agricoltori", dice Salvatore Ceccarelli, genetista e sperimentatore in molti paesi del mondo del miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo. "L'omologazione dei semi e la loro appartenenza a poche multinazionali - dice - è uno dei maggiori attentati alla salute del pianeta e delle persone. La ricerca ha cominciato a vedere, ad esempio, che l'aumento della frequenza di molte intolleranze, ma anche di malattie come il diabete e vari tipi di tumori, è associata alla crescente uniformità del cibo". E' inoltre dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all'insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità dei sistemi ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all'interno delle comunità, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse alimentari e idriche, impoverisce le tradizioni culturali. La biodiversità dunque è un bene comune e come tale va custodita, coltivata e tutelata attraverso le pratiche agronomiche proprie dell'agricoltura biologica e biodinamica e lavorando sui semi del futuro.

E proprio qui sta la scommessa di AIAB che ha lanciato a Roma, alla Città dell'Altra Economia, in una giornata dedicata alla biodiversità, la campagna 'ColtiviAMO BIOdiversità - bene comune', a tutela della biodiversità, del suolo e della sovranità alimentare, un grido di allarme e insieme di riscossa, per richiamare l'attenzione su un tema di vitale importanza. "E' proprio vero - ha detto Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB - che una manciata di semi può salvare il mondo e noi di AIAB, vogliamo dare il nostro reale contributo in questa direzione". Lo scopo della campagna è, infatti, quello di recuperare e diffondere biodiversità, tramite la disseminazione di miscugli di semi provenienti da incroci e raccolte, anche di varietà antiche, nelle aziende agricole biologiche e biodinamiche che vorranno partecipare e che diventeranno così custodi e moltiplicatori di semi.

I contadini, tornando ad essere custodi dei semi e vivendo in ambienti diversi, potranno selezionare varietà diverse, cosa che avrà un grosso effetto positivo sull'aumento della biodiversità coltivata, sulla diversità del nostro cibo e sulla salute di tutti noi. L'obiettivo è quello di contribuire alla conservazione e valorizzazione di risorse genetiche di cereali e altre specie, attivando una rete didattico-informativa a sostegno delle aziende coinvolte, per ridare ai contadini il ruolo di garanti della biodiversità e la proprietà delle sementi. Così, AIAB e i suoi partner (Miscugli.it, Arcoiris e FIRAB, con la supervisione scientifica di Salvatore Ceccarelli) forniranno miscugli di semi alle aziende biologiche, assistendole nella gestione e selezione evolutiva. Gli agricoltori diverranno custodi e promotori dei semi del futuro. Di tutti questi aspetti relativi al cibo e alla sovranità su di esso si è parlato oggi in una mattinata di confronto organizzata da AIAB e a cui hanno partecipato Salvatore Ceccarelli, Vincenzo Vizioli e Maria Pia Angellotti, nutrizionista. La campagna lanciata da AIAB è aperta alla partecipazione di ogni cittadino che potrà, attraverso un contributo economico (maggiori informazioni sul progetto su www.produzionidalbasso.com), diventare "Custode di biodiversità", affinché questi semi siano conservati nel tempo, evolvano adattandosi alle condizioni pedoclimatiche dell'ambiente di coltivazione, diventino una risorsa economica per le aziende, restino di proprietà dei contadini, vengano condivisi con altri agricoltori.
Tommaso Tautonico
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