22/03/2018 - 18:00

Agroalimentare: il lavoro del futuro è green, smart e social

Alcuni dei profili lavorativi maggiormente richiesti dal mondo dell’agroalimentare negli ultimi anni sono il Food designer, Innovator broker e agente di viaggio sostenibile. Si tratta di lavori re-inventati con l’inserimento della tecnologia. Al via il MOOC, il corso online per promuovere sistemi alimentari sostenibili nel Mediterraneo.

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L’artigiano del cibo che affianca ai metodi tradizionali di produzione la stampa in 3D; l’Hydrologist, ovvero l’esperto di acqua che racchiude in sé conoscenze di chimica, biologia, ma anche in grado di applicare un approccio olistico all’uso di questa preziosa risorsa e, infine, ingegneri ambientali, agronomi, urban planner ed esperti di genetica. Sono questi alcuni dei profili lavorativi maggiormente richiesti dal mondo dell’agroalimentare negli ultimi anni. Si tratta di lavori che sono stati re-inventati, partendo dalla tradizione fino ad arrivare all’inserimento della tecnologia, o pensati ex novo, cioè inesistenti fino a poco tempo fa, e infine in demand, ovvero profili sempre più ricercati e richiesti dal mercato. Il cambiamento delle professionalità si registra fortemente nel settore dell’agroalimentare,dove anche i cambiamenti climatici(conestati che, nel Mediterraneo, riscaldano a un ritmo del 40% superiore rispetto a quello globale; con una diminuzione delle precipitazioni attesa nel breve (2025) e medio (2050) termine dal 2 al 7%)stanno determinando un nuovo approccio al nostro modo in cui produciamo e andremo a produrre il cibo in futuro. Eppure queste figure appaiono difficili da reperire sul mercato, soprattutto tra i giovani.Secondo il Food Sustainability Index, in media, tra i Paesi appartenenti al bacino del Mediterraneo, solo l’11% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è impiegato nel settore agricolo. Anche per rispondere a queste sfide del futuro,la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition(BCFN) ha sviluppato, in collaborazione conl'Università di Siena, United Nations Sustainable Development Solutions Network (UN SDSN) edSDG Academy, il MOOC (Massive Open Online Course),un corso online universitario aperto a tutti e dedicato alle sfide e alle opportunità dell’agroalimentare nel Mediterraneo, in relazione al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazione Unite per il 2030.

Diviso in 10 moduli interattivi tenuti da docenti di alto profilo nel mondo dell’ambiente e della sostenibilità, come per esempio, il Prof. Jeffrey Sachs – che si occupa della direzione scientifica del progetto - o Riccardo Valentini, IPCC Group Premio Nobel per la pace nel 2007, il MOOC presenterà anche un modulo dedicato alle nuove professionalità richieste dal settore agroalimentare.Il MOOC è indirizzato a studenti di varie discipline, come per esempio business e management, beni culturali, agricoltura, geografia e sostenibilità, ma anche a professionisti del settore e decisori politici. I diversi moduli contengonouna serie di lezioni pre-registrate, conferenze, quiz, discussioni, forum e altre attività, disponibili a corredo del MOOC. Ciascuna diqueste componenti del corso può essere completata in qualsiasi momento e, a chi terminerà l’85% del percorso formativo, verrà rilasciato un certificato di completamento. Il MOOCè disponibile online sul sito della SDG Academy. Angelo Riccaboni, professore presso l’Università di Siena e Strategic Advisor di BCFN, spiega: “il MOOC è utile a far comprendere il ruolo centrale che l’agricoltura e il settore alimentare ricoprono nelle società e nelle economie euro-mediterranee, in una prospettiva di innovazione e sostenibilità. Ruolo dovuto non solo agli addetti del settore, ma anche al fatto che cibo e agricoltura costituiscono un prezioso elemento di identità per la nostra cultura e per le nostre tradizioni, con un potenziale fortissimo verso la valorizzazione del territorio”.

“Esistono molti percorsi accademici dedicati al cibo: da scienze agrarie e alimentari finoalle discipline del turismo.Ma l’attuale mercato del lavoro richiede professionalità e conoscenze per le quali la scuola ancora non riesce a formare gli studenti adeguatamente”,spiega Sonia Massari, docente presso Gustolab International. “Il corso nasce per rafforzare l’offerta formativa attuale con un “format nuovo” in grado di insegnare ai giovani l’importanza della trans-disciplinarità, indispensabile per avvicinarsi al mondo del cibo e alla sua sostenibilità in termini scientifici, umanistici ed economici. Ma servono anche soft skills come la creatività, che permetterebbe di usare il pensiero critico per trovare soluzioni non convenzionali a problemi concreti, creando quindi un link con il mondo “reale”. Per riuscire a raggiungere questo obiettivo è necessario che il mondo accademico insegni agli scienziati del futuro nuove competenze, tra le quali anche l’empatia, ovvero la capacità di capire la sostenibilità, attraverso una maggiore interazione con il contesto di riferimento e con il lavoro di gruppo”.

Tra le professionalità più richieste per i prossimi anni c’è il food designer, una figura che applica il design alla filiera alimentare trovando nuove opportunità che allo scienziato non sarebbero visibili. Un esempio di questo genere di professione lo offre un birrificio in Florida,il cui food designer ha creato una nuova versione degli anelli di plastica delle lattine utilizzando un materiale biodegradabile in grado di decomporsi al contatto con l’acqua e di diventare cibo per i pesci. L’idea è quella di ripensare un materiale che, da inquinante, diventerebbe così un nutriente. Altra figura richiesta è l’Innovator broker in agricoltura, ovvero una persona estremamente formata che, all’interno delle Università e degli istituti di ricerca, riesca a trovare fondi per finanziare progetti innovativi da utilizzare in agricoltura. Questa figura professionale fa cioè da tramite tra studiosi, finanziatori e agricoltori per creare sinergie in grado di rivoluzionare il sistema agroalimentare. Per dare un’immagine delle implicazioni economiche di questa professione basti pensare che oggi in Italia- e fino al 2020 - sono stati stanziati fondi per 312 milioni di euro che dovrebbero finanziare il lavoro di 626 Gruppi Operativi. Altra figura richiesta dal settore è l’agente di viaggio sostenibile. Si tratta di una posizione che propone forme di turismo “nuove” in grado di impattare positivamente e in modo attento sull’ambiente di ciascuna meta di destinazione. Una persona, cioè, in grado di proporre soluzioni di viaggio che affiancano alle implicazioni tipicamente economiche del turismo, anche un valore sociale e ambientale. Qualche esempio? Un soggiorno in cui i turisti si spostino in bicicletta o aiutino, attraverso una quota solidale, a finanziare asili o ad aiutare le famiglie più in difficoltà.

Marilisa Romagno
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