17/02/2017 - 13:21

Agroalimentare: al via prima assicurazione su ricavi settore cerealicolo

E' attiva la prima assicurazione sui ricavi del settore cerealicolo. Ecco di cosa si tratta.

Al via la prima assicurazione sui ricavi per il settore cerealicolo, uno strumento sperimentale e innovativo per la gestione del rischio per i produttori di grano duro e tenero. Ad annunciarlo è ministero delle Politiche che spiega in una nota il funzionamento della nuova assicurazione.
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Un produttore agricolo di grano oggi può sottoscrivere la polizza ricavo, pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dall'agevolazione del Mipaaf. Nel caso il ricavo scenda del 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, l'agricoltore riceverà dalla compagnia assicurativa un indennizzo per la perdita di reddito. Per avviare la sperimentazione è prevista anche la riassicurazione di Ismea, in modo da offrire alle compagnie assicurative una forma di protezione da eventuali perdite in questa prima fase di lancio delle polizze. Questa polizza è aggiuntiva rispetto alle garanzie tradizionali contro le avversità come gelo, siccità alluvione o eccesso di neve, grandine o sbalzi termici, spiega il ministero. 

Facendo un esempio concreto rispetto ai prezzi registrati quest'anno, per un'azienda foggiana di 10 ettari il risarcimento per perdita ricavo sarebbe stato pari a 3.720 euro, ottenuto dalla differenza tra la media triennale dei ricavi di 11.295 euro e l'introito effettivo del 2016 pari a 7.575 euro. 

Ma non è tutto. Il ministero ha anche messo a punto una serie di altre azioni finalizzate allo sviluppo del settore cerealicolo. Prima di tutto i contratti di filiera nel piano cerealicolo nazionale: sono stati investiti 10 milioni di euro su contratti che valorizzano il lavoro degli agricoltori e consentono ai produttori di pasta di approvvigionarsi sempre di più di grano italiano di qualità. L'obiettivo della misura è aumentare le superfici coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari. E’ stata poi istituita l’etichetta d'origine per la filiera grano pasta: è stato infatti inviato a Bruxelles lo schema di decreto per introdurre in maniera chiara e leggibile l'origine del grano e della semola sulle confezioni di pasta italiane e al momento sono in corso gli approfondimenti tecnici con la Commissione Ue. 

La filiera grano pasta italiana rappresenta uno dei settori più importanti per il Made in Italy agroalimentare, con numeri importanti. Sono infatti circa 4 milioni le tonnellate di grano duro prodotto nel nostro Paese, e 3,4 i milioni di tonnellate di pasta, un numero che fa dell’Italia il principale produttore mondiale. Il valore complessivo della produzione si aggira intorno ai 4,6 miliardi di euro, mentre l’export vale 2 miliardi di euro, spiega ancora il Mipaaf. 

"Saremo i primi in Europa a sperimentare un'assicurazione sui ricavi per i produttori di grano. Si tratta di uno strumento concreto di tutela del reddito per gli agricoltori e risponde in maniera più efficace all'esigenza di proteggere le aziende rispetto al passato” ha dichiarato il ministro dele Politiche agricole, Maurizio Martina. In particolare in una produzione come quella cerealicola, esposta a fluttuazioni di mercato e all'influenza di variabili internazionali, diventa fondamentale che le imprese possano programmare meglio la produzione e avere un meccanismo di protezione in caso di crollo del prezzo. Lo abbiamo visto quest'anno quando le quotazioni sono scese fino a 18 centesimi al chilo. Un prezzo che non consente nemmeno di recuperare i costi di produzione. Con l'assicurazione ci sarebbe stato un indennizzo immediato rispetto a queste perdite. È uno strumento sperimentale nel quale vogliamo investire e per questo abbiamo stanziato 10 milioni di euro che serviranno ad agevolare la sottoscrizione da parte dei nostri agricoltori. Allo stesso tempo andiamo avanti per rafforzare i rapporti nella filiera grano pasta, attraverso il sostegno ai contratti di filiera inseriti nel Piano cerealicolo nazionale e puntando alla massima informazione dei consumatori con l'origine della materia prima in etichetta."  ha concluso Martina. 

Rosamaria Freda
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