01/01/2013 - 01:00

Agricoltura a basso impatto ambientale

Anche in vista delle nuove direttive europee sui pesticidi, l'agricoltura deve dare un contributo alla diminuzione di queste sostanze nell'ambiente, introducendo nuove modalità per la lotta ai parassiti, ma anche cambiando le produzioni.
In provincia di Pistoia è interessante il progetto "La tutela della biodiversità come opportunità per le aziende agricole in aree protette" di durata biennale in cui si verificherà la possibilità di realizzare nelle aree agricole intorno al Padule di Fucecchio, coltivazioni alternative a quelle cerealicole tradizionali, caratterizzate da un forte impatto ambientale. Si sperimenteranno tecniche di coltivazione a basso impatto e ciò dovrebbe anche consentire di creare le condizioni ideali per il ritorno di numerose specie di insetti: in primis le api ma anche due rare specie di farfalle (la Polissena e la Licena delle paludi), tutelate dalla normativa europea. Il progetto sarà condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto per lo studio degli ecosistemi (Pisa) e finanziato dall'Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo forestale).
La sperimentazione riguarderà la possibilità di coltivare numerose specie erbacee spontanee autoctone dalle fioriture molto evidenti, come il fiordaliso, il papavero, l'iperico e il garofanino. Si tratta dei cosiddetti wildflowers ("fiori selvatici"), che in alcuni paesi utilizzano per la valorizzazione estetico-paesaggistica e la riqualificazione ambientale di aree urbane, peri-urbane e marginali, ma in Italia sono poco noti per questa finalità.
Tra i partner del progetto, la provincia di Pistoia (Servizio agricoltura, patrimonio naturale e ittiofaunistico), il Centro di ricerca documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, che curerà in particolare gli aspetti divulgativi e affiancherà il Cnr per gli aspetti tecnicoscientifici, e l'Azienda agricola Castelmartini che ha messo a disposizione i terreni.
Tommaso Tautonico
autore