01/01/2013 - 01:00

"Agricoltura e filiere produttive: ecco la 'zona rossa' per la tutela dell'oro blu"

L'uomo si appropria del 54% d'acqua dolce disponibile sul Pianeta. In Italia oltre il 60% è usato dall'agricoltura. 50 Oasi WWF su 120 tutelano ecosistemi d'acqua dolce. Il 28 marzo il WWF lancia il 'Water Risk Filter', strumento per mappare i bacini idrici mondiali e valutarne i rischi connessi alle filiere produttive come siccità e inquinamento
Ecosistemi d'acqua dolce (fiumi, laghi ecc.) 'stressati' dall'agricoltura, in primis dalla filiera agroalimentare con cibi (soprattutto carne bovina, latticini e cereali) che arrivano sulle nostre tavole dopo cicli produttivi ad alto consumo di acqua: è la 'zona rossa' su cui cittadini, imprese, investitori ed istituzioni devono incidere per ridurre i rischi di una crisi idrica globale. E' quanto rileva il WWF, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, che ricorre oggi 22 marzo, ricordando come l'oro blu sia uno dei temi portanti della propria campagna "Food, Water and Energy for all, for ever" lanciata in vista del Summit mondiale per lo Sviluppo Sostenibile Rio + 20.

Su un totale di 1,4 miliardi km³ di acqua disponibile sul Pianeta, solo il 2,5% (35 milioni di km³) è costituito da acqua dolce (fiumi, laghi, ghiacciai ecc.), di cui solo meno dell'1% è potenzialmente utilizzabile dall'uomo per le proprie necessità vitali, che invece si appropria del 54% di tutta l'acqua dolce accessibile, di cui il 70-80% nel mondo - in Italia circa il 60% - viene usato per l'irrigazione delle colture. Il resto del 2,5% di acqua dolce sul totale di risorse idriche mondiali è così distribuito: per circa il 70% (24 milioni di km³) è 'imprigionata' sotto forma di neve e ghiacci permanenti nelle regioni montuose, antartiche e artiche; per il restante 30% (0,7% delle risorse idriche totali) è confinata in depositi sotterranei (falde, umidità del suolo, acquitrini, permafrost, etc.) mentre solo lo 0,3% (105mila km³) è acqua superficiale di laghi e fiumi.
Una fotografia, quella scattata dal WWF Italia, che restituisce un'emergenza ambientale e sociale: gli ecosistemi d'acqua dolce, infatti, non solo forniscono l'habitat per la sopravvivenza di numerosissime specie ma consentono anche lo stoccaggio e la fornitura di acqua potabile per soddisfare i bisogni fondamentali della popolazione umana.
ECOSISTEMI E SPECIE D'ACQUA DOLCE A RISCHIO: LE OASI WWF COME ESEMPIO DI TUTELA. In Italia e in Europa le specie a rischio degli ecosistemi d'acqua dolce sono soprattutto la lontra, per quanto riguarda i mammiferi, il Carpione del Garda e il Carpione del Fibreno, per i pesci; la Moretta Tabaccata e il Cavaliere d'Italia, per gli uccelli d'acqua. I Boschi ripariali (salici, ontani ecc.) sono quelli più minacciati.
Il WWF Italia da sempre attraverso le proprie Oasi protegge alcuni dei più importanti ecosistemi d'acqua dolce: sono 50 le Oasi WWF, su un totale di 120, che tutelano ecosistemi d'acqua dolce e le loro specie, come ad esempio le Oasi di Burano (Toscana), Orbetello (Toscana), Le Bine (Lombardia), le Saline di Trapani (Sicilia), e Valle Averto (Veneto).
Marilisa Romagno
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