30/05/2025 - 12:48

Accessibilità al verde: solo il 37% delle superfici residenziali in Città Metropolitana di Milano ha accesso a uno spazio verde urbano entro 5 minuti a piedi

La rivista internazionale LAND ha recentemente pubblicato un articolo a firma del team di ricerca di Forestami che presenta i risultati di uno studio sull'accessibilità agli spazi verdi. Da questo studio emerge che solo il 37% delle superfici residenziali in Città Metropolitana di Milano ha accesso a uno spazio verde urbano entro 5 minuti a piedi (300 metri), soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Accessibilità al verde

Solo il 37% delle superfici residenziali in Città Metropolitana di Milano ha accesso a uno spazio verde urbano entro 5 minuti a piedi (300 metri), soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo è quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista internazionale Land (testata mensile pubblicata online dall’editore MDPI, dedicata a tematiche relative alla scienza dei sistemi territoriali, al paesaggio, al suolo e all'acqua, agli studi urbani) dal gruppo di ricerca di Forestami, a firma di Maria Chiara Pastore e Claudia Ida Maria Parenti, del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, DAStU, Politecnico di Milano, e Corinna Patetta, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, DEIB, Politecnico di Milano.

L’articolo analizza l’accessibilità agli spazi verdi urbani (Urban Green Spaces - UGS) nella Città Metropolitana di Milano, un territorio complesso che comprende 133 comuni e oltre 3,2 milioni di abitanti distribuiti su una superficie di circa 1.575 km². In un contesto tra i più densamente popolati d’Europa, caratterizzato da criticità ambientali come livelli di inquinamento quattro volte superiori ai limiti indicati dall’OMS e ondate di calore estive sempre più frequenti, il ruolo degli spazi verdi è cruciale per la salute pubblica, l’equità ambientale e la resilienza climatica. L’obiettivo, al quale concorre anche il progetto Forestami, è quello di incrementare il capitale naturale. L’ideale, secondo gli studi, sarebbe quello di raggiungere i 50 m² di verde per abitante. Le aree più carenti sono quelle urbane, densamente popolate, mentre le zone periurbane hanno una maggiore dotazione di verde ma spesso poco accessibile e lontano dai nuclei abitati. Gli spazi verdi urbani sono stati classificati in tre categorie: parchi e giardini, delimitati e attrezzati, presenti soprattutto nelle aree urbane centrali; aree boscate, spesso in prossimità di percorsi pedonali, con superficie variabile fino a centinaia di ettari; aree agricole alberate, spazi informali usati per attività ricreative, con vegetazione meno densa ma significativa per la fruizione quotidiana.

Lo studio suggerisce inoltre che l’infrastruttura verde dovrebbe essere integrata con percorsi ombreggiati e di qualità, fondamentali per rendere effettivamente fruibili gli spazi, soprattutto nei mesi caldi. Un secondo modello di accessibilità presentato nello studio considera solo i percorsi pedonali alberati entro 5 metri dalla chioma degli alberi, mostrando una percentuale di accessibilità ancora più ridotta rispetto al primo scenario. In questo contesto il progetto Forestami prosegue con le attività di piantagione e incremento degli spazi verdi, mirando ad implementare i servizi ecosistemici del territorio, tra cui: migliorare la qualità dell’aria, ad esempio riducendo l’inquinamento atmosferico e mitigando l’effetto isola di calore urbana; incrementare la biodiversità; restituire valore ecologico e sociale alla natura urbana, anche attraverso la partecipazione attiva delle comunità locali; pianificare in modo strategico le nuove piantagioni nelle aree più fragili e meno servite, come evidenziato dalle mappe di accessibilità sviluppate nello studio.

Il progetto Forestami si distingue anche per l’approccio integrato e scalare: lavora sia su scala metropolitana, per identificare le aree prioritarie, sia a livello comunale, attraverso processi partecipativi con le amministrazioni locali e i cittadini. Le mappe generate dallo studio diventano così strumenti operativi a supporto delle decisioni politiche, aiutando a individuare le zone dove è più urgente intervenire per colmare il deficit di verde accessibile.
“Grazie agli strumenti scientifico-analitici di cui ci dotiamo per la progettazione Forestami, vogliamo essere un esempio di pianificazione urbana sostenibile, orientata alla giustizia ambientale, alla salute pubblica e alla qualità della vita urbana – ha commentato Claudia Ida Parenti –. La distribuzione e l’accessibilità a questi spazi verdi rappresenta al momento una sfida per lo sviluppo sostenibile dei territori e delle città, sia in termini di riduzione delle disuguaglianze, sia nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

Qualche dato. Vivere in prossimità di spazi verdi aiuta a ridurre l’incidenza della mortalità degli abitanti, promuove l’attività fisica e la riduzione di patologie cardiovascolari e respiratorie. Quando si passa del tempo nella natura (consigliati almeno 90 minuti a settimana) la pressione arteriosa diminuisce, così come i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), e aumentano le difese immunitarie (fonte “Visiting green space is associated with mental health and vitality: a cross-sectional study in four european cities” di Magdalena van den Berg e altri, 2016).
Gli spazi verdi apportano anche vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico: si stima che sia possibile ridurre del 15% i costi di raffreddamento grazie all’ombra degli alberi (fonte “Effects of tree shading and transpiration on building cooling energy use” di CM Hsieh e altri, 2018), e che servirebbe una copertura arborea del 40% per contrastare efficacemente l’effetto riscaldante dell’asfalto nei quartieri urbani (fonte “Scale-dependent interactions between tree canopy cover and impervious surfaces reduce daytime urban heat during summer” di CD Ziter e altri, 2019).

Marilisa Romagno
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