26/01/2015 - 19:00

2014, anno record di temperature in Italia

Nel 2014 anche in Italia record delle temperature. La velocità del riscaldamento globale nella nostra penisola è maggiore che in altre aree del Pianeta. Italian Climate Network analizza i dati e chiede di fermare l'aumento dei gas climalteranti in atmosfera.
Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano, autore del libro "A qualcuno piace caldo" e uno dei fondatori di Italian Climate Network (ICN) analizza i dati diffusi in questi giorni: "Questi nuovi record segnano l'ennesima smentita delle tesi negazioniste che negli ultimi anni hanno ripetuto che il riscaldamento globale si era fermato. Avevamo detto che non era così e ora c'è la conferma ufficiale. Archiviamo dunque il negazionismo climatico come abbiamo fatto per quello sui danni del fumo delle sigarette e impegniamoci seriamente e con decisione per ridurre drasticamente le emissioni dei gas climalteranti. Secondo i centri di ricerca che ogni anno analizzano i dati delle temperature globali, il 2014 è stato l'anno più caldo da quando esistono misurazioni delle temperature dell'atmosfera che permettono di ricostruire la medie globale, circa 150 anni.

I 10 anni più caldi di sempre, con l'eccezione del 1998 sono tutti stati registrati dopo il 2000. Anche in Italia il 2014 è stato un anno record e i dati confermano come la nostra penisola si stia scaldando più velocemente della media globale e di altre terre emerse del pianeta". L'aumento delle temperature in Italia nel 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000; rispetto a questo stesso periodo il riscaldamento medio globale nel 2014 è stato di circa 0,46°C. È normale che in un territorio più piccolo la variabilità sia più elevata e quindi ci siano massimi di temperatura più elevati, ma la tendenza del riscaldamento globale per l'Italia è una volta e mezzo quella delle media delle terre emerse e il doppio di quella di tutto il pianeta, mari compresi.

Non c'è dubbio che la causa del riscaldamento globale siano le emissioni dei gas climalteranti delle attività umane. Spiega Caserini: "Ormai su questo la comunità scientifica ha raggiunto un consenso vastissimo. Siamo ampiamente fuori dalla variabilità naturale del clima; il clima cambia velocemente e le attività umane, in particolare la combustione dei combustibili fossili, ne sono la causa principale negli ultimi decenni, come riportato dall'ultimo rapporto IPCC." Ma una buona notizia c'è: se la situazione del clima è sempre più preoccupante, secondo Caserini: "Numerosi studi dimostrano che è possibile ridurre le emissioni senza danneggiare il sistema economico, in diversi casi addirittura con molti guadagni. Le azioni da mettere in campo sono molteplici e la principale è riuscire a lasciare sottoterra tre quarti dei combustibili fossili conosciuti". Conclude Caserini: "Le politiche sul clima devono diventare uno dei pilastri di un nuovo modello di sviluppo del nostro Paese. Da subito perchè il riscaldamento globale continua a crescere mentre siamo impegnati a rispettare il patto di stabilità e a riscrivere la legge elettorale".
Marilisa Romagno
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