01/01/2013 - 01:00

WWF: lo Stelvio non è più parco nazionale

Il Governo abbia il coraggio di togliere la dicitura Nazionale al parco dello Stelvio, visto che passato oggi al CDM lo smembramento, non si può più parlare di ente controllato dal Ministero dell'Ambiente e in linea con gli obiettivi della legge quadro nazionale sulle aree protette.
Una operazione questa che si ammanta di un forte sostegno alle autonomie ma che costituisce un precedente pericolosissimo che potrebbe essere ripetuto in altre realtà sotto la spinta di interessi localistici e particolaristici non sempre coerenti con la finalità di tutela dell'ambiente di competenza statale, come stabilito dalla Costituzione. A nulla è servita la lettera aperta inviata al presidente del consiglio e sottoscritta da Club Alpino Italiano-CAI, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi-CIPRA Internationale, CIPRA Italia, Dachverband für Natur- und Umweltschutz-CIPRA Südtirol, Fondo Ambiente Italiano-FAI, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi, Italia Nostra, Legambiente, LIPU Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Pro Natura [Svizzera], Società Speleologica Italiana, Touring Club Italiano, WWF Italia che vi riportiamo di seguito.

"Siamo estremamente preoccupati e contrariati dall'idea di un Paese che, per effetto di un decreto deciso ed approvato in modo sicuramente troppo frettoloso, decide di cancellare settantacinque anni di gestione unitaria di un patrimonionio naturalistico montano di indiscussa eccellenza e notorietà anche internazionale qual è il Parco Nazionale dello Stelvio. Lo Stelvio è Parco Nazionale perchè rappresenta un elemento irrinunciabile del paesaggio naturale e culturale del nostro Paese, come tale esso è riferimento per l'intera comunità nazionale, ed è anche una tessera fondamentale delle aree naturali protette che compongono il sistema sovranazionale delimitato dalla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, che il nostro Paese, come tutti gli altri Stati dell'Arco Alpino, ha ratificato con propria legge nel 1999. La decisione di cancellare l'organismo che ne garantisce la gestione unitaria, il consorzio istituito nel 1992 tra Regione Lombardia, Province Autonome e Ministero dell'Ambiente, entro cui trovano adeguata rappresentanza le autonomie locali, le istituzioni di ricerca scientifica, i portatori di interesse ambientale, inevitabilmente segna la fine, di fatto e per decreto, di questo pezzo della storia della conservazione della natura nel nostro Paese.

Una simile decisione avrà sicuramente una ricaduta internazionale sull'immagine e sulla credibilità dell'Italia: in oltre un secolo di storia dei parchi nel nostro Continente, non è mai accaduto che un Paese cancellasse, di fatto, un Parco Nazionale: quali saranno gli effetti di una simile, grave, decisione nel rapporto, in primo luogo, con gli altri Stati Membri dell'Unione Europea? Siamo tutti consapevoli del fatto che la vita amministrativa del Parco è stata assai difficoltosa e complicata negli ultimi decenni, e che occorra pensare ed attuare importanti riforme nell'ente per renderne l'attività più efficace ed incisiva. Ma non è pensabile che queste modifiche cancellino l'unitarietà del parco, nè che vengano assunte con atti unilaterali, senza coinvolgimento di tutte le comunità istituzionali e sociali coinvolte: questo modo di agire non solo porterà allo smembramento della più grande area protetta delle Alpi, ma determinerà un quadro di forte criticità per quanto riguarda la tenuta istituzionale e i contenziosi aperti anche con la Corte di Giustizia Europea, specialmente sul versante lombardo del Parco: infatti, benchè l'accordo che prelude al decreto sia stato assunto dalle due Province Autonome e dal Governo, oltre metà della superficie del Parco si trova nel territorio amministrativo della Regione Lombardia, che ne subirà gli effetti senza essere stata formalmente coinvolta in alcun tavolo istituzionale.

Per queste ragioni, rivolgiamo a Voi un accorato appello affinchè le decisioni sul futuro del Parco Nazionale dello Stelvio vengano assunte non per decreto, ma all'interno di un tavolo istituzionale e di concertazione tra tutti gli attori coinvolti, con responsabilità e un impegno volto ad affrontare e risolvere davvero i problemi che oggi impediscono all'Ente Parco di essere pienamente all'altezza del proprio compito, escludendone ogni ipotesi di smembramento.
Certi di una adeguata considerazione delle istanze qui rappresentate, a nome delle nostre organizzazioni di protezione ambientale porgiamo i nostri più distinti saluti".
Tommaso Tautonico
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