01/01/2013 - 01:00

Wwf: "Clini adotti subito le misure a costo zero"

Secondo il WWF, nell'attesa che vengano sbloccati i finanziamenti per la tutela del territorio, è necessario applicare subito le misure a costo zero già disponibili. Nella Finanziaria 2012, tagliati di 124 milioni di euro i fondi per la difesa del suolo.
Il WWF concorda con il Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sullo svincolo dei finanziamenti per la tutela del territorio dal Patto di Stabilità ma gli ricorda che ci sono molte misure a costo zero, o che comunque possono essere realizzate nell'ambito della spesa corrente, che devono essere urgentemente avviate. Si tratta dell'istituzione delle Autorità di distretto, previste dalle direttive europee (Dir Acqua, 2000/60/CE e Dir Rischi alluvionale 2007/60/CE) e dal Codice dell'Ambiente (Dlgs. 152/2006), affinché vengano redatti ed applicati i Piani di gestione delle acque e i Piani per la riduzione del rischio alluvionale che devono contenere già misure per l'adattamento ai cambiamenti climatici.
Il WWF richiamando le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sulla necessità di adeguate e costanti politiche di prevenzione per la tutela del territorio, rileva che invece di destinare nuove risorse a questo scopo nel Disegno di Legge sulla Legge di Stabilità 2012, proprio gli accantonamenti che fanno a capo al Ministero dell'Ambiente per gli interventi di difesa del suolo nel 2012 sono stati ridotti di ben 124 milioni di euro, passando da 210 a 75,833 milioni di euro.

Inoltre, l'associazione ricorda che il Ministero dell'Ambiente dovrebbe avviare una verifica sulle normative delle Regioni che sono palesemente in contrasto con la riduzione del rischio idrogeologico e sugli orientamenti di corretta gestione del territorio per chiederne la loro revisione. E' il caso, già ampiamente denunciato dal WWF della Regione Liguria, che ha ridotto l'area di in edificabilità lungo molti corsi d'acqua regionali, ma vi sono normative regionali analoghe in Veneto o in Friuli Venezia Giulia.

MESSINA: I FATTORI DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO. Ecco alcuni fattori del dissesto idrogeologico di Messina, protagonista dell'ultima tragedia:
1) tombinatura, ovvero copertura, delle fiumare (in particolare nelle aree di Barcellona e Villafranca);
2) incendi in numerose zone e da diversi anni che non vengono né segnalati né censiti;
3) restringimento delle fiumare: i paleo alvei, fondamentali in caso di piene poiché consentono alle acque di espandersi e di perdere potenza (distruttiva), sono occupati da edificazioni di ogni genere, strade o cave. A Messina, ad esempio, nelle fiumare sono state costruite chiese e scuole.
4) quasi nulla la manutenzione delle strade: non ci sono più reti di drenaggio adeguate e le acque si accumulano verso punti unici o critici provocando il dilavamento laterale, causa di erosione e colate di detriti.
5) nella frazione di Gesso (del Comune di Messina) il collettore delle acque, probabilmente ostruito e comunque sotto dimensionato, è stato ampiamente superato dalle acque che hanno fatto franare un intero pendio nonostante fosse ben coltivato e ricco di alberi.
6) a Saponara sono stati invece circa 400 mm di pioggia (più dell'alluvione che nel 2009 colpì Giampilieri) a provocare la frana.

DOSSIER E NEWS DEL WWF SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN ITALIA SU: ww.wwf.it/acque
Marilisa Romagno
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