01/01/2013 - 01:00

Un dissociatore molecolare per i rifiuti

Siamo a Peccioli, in provincia di Pisa, qui si sta sperimentando una tecnologia che potrebbe rappresentare una rivoluzione nel modo di gestire il problema dei rifiuti facendoli diventare una fonte di approvvigionamento energetico.
Stiama parlando del dissociatore molecolare, un impianto di piccole dimensioni che grazie ad un sistema termo-chimico tratta i rifiuti, scomponendoli grazie alla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) e con temperature ridotte (400 gradi centigradi circa). Il risultato della "dissociazione" dei rifiuti tramite combustione è un gas di risulta, detto syngas, che non viene certo diffuso in atmosfera, bensì recuperato ed appositamente convogliato diventando, così, un vero e proprio vettore energetico. Tra breve, infatti, grazie al syngas del dissociatore, potrebbe sorgere una serra agricola sperimentale riscaldata ed illuminata per mezzo del syngas prodotto dalla disaggregazione dei rifiuti.
Con questa tecnica, i rifiuti non sarebbero più l'ultimo scarto, il processo finale, destinati ad essere nascosti sotto terra, bensì potrebbero rappresentare una tappa di un ulteriore processo di produzione di energia, termica ed elettrica. Gli svantaggi sull' ambiente? Pochissimi, tant'è vero che quella del dissociatore molecolare è una tecnologia che piace anche agli ambientalisti, che la vorrebbero sostituire ai tanto odiati inceneritori. In virtù delle basse temperature di funzionamento, infatti, le nanopolveri e le diossine sono presenti in quantitativi trascurabili: le diossine, ad esempio, sono 100 volte inferiori a quelle prodotte dai più moderni inceneritori italiani che, pure, rispettano rigidi standard prescritti dalle normative di settore. Le basse temperature fanno sì che non si verifichi la fusione e l'evaporazione di metalli e vetri e, quindi, non si producono particolati contenenti sostanze nocive. Ma c' è di più: i metalli ed il vetro non si fondono e, quindi, alla fine del procedimento è possibile il loro recupero ed il loro nuovo utilizzo. Anche le ceneri inerti, ad esempio, potrebbero essere usate per i sottofondi stradali.
La sperimentazione condotta a Peccioli da Belvedere S.p.A., che finanzia intermente il progetto (per una somma, fino ad oggi, di 900 mila euro) ha avuto anche il plauso bipartisan della Commissione Ambiente e Territorio e della Commissione Speciale Rifiuti della Regione Toscana, che hanno indicato nel dissociatore molecolare una soluzione ottimale per la situazione dei rifiuti della Toscana utilizzabile, ad esempio, in aree come il Mugello, il Chianti e la Lunigiana in cui il dissociatore, date le dimensioni ridotte ed il suo funzionamento a "moduli"potrebbe essere utilizzato anche con biomasse.
La sperimentazione ha dimostrato che il dissociatore molecolare può avere ottimi risultati con ogni tipo di rifiuto, anche con il cosiddetto "tal quale" indifferenziato e ha evidenziato esiti molto buoni in termini di emissioni. La dissociazione riduce del 90% il volume dei rifiuti elaborato e permette di trasformare i rifiuti in gas di sintesi finalizzato alla produzione di energia elettrica e termica. Dopo la trasformazione della materia il gas di sintesi viene ossidato e avviato al recupero energetico senza rischi né per gli addetti, né per la popolazione. Gli impianti in esercizio, dotati di misuratori in continuo delle emissioni in atmosfera, evidenziano emissioni in ordini di grandezza inferiori ai limiti di legge e un residuo di ceneri bianche (prive di carbonio) nell'ordine del 4%.
Tommaso Tautonico
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