01/01/2013 - 01:00

Un Museo del Bosco, tra passato glorioso e futuro sostenibile

L'Amministrazione Comunale di Supersano (LE) ha inaugurato oggi il Museo del Bosco (MUBO), allestito nello storico Castello Manfredi, il palazzo municipale. Realizzato con fondi regionali, il Museo nasce per raccontare la storia dell'eccezionale scoperta di un villaggio bizantino in località "Scorpo", nonché il fatto che fino a 100 anni fa nel territorio attualmente occupato da circa 15 comuni ed utilizzato per far crescere gli olivi sorgeva un'area denominata "Bosco del Belvedere". Il Museo si articola in una serie di sale espositive arricchite da ricostruzioni grafiche, reperti archeologici, manufatti e strumenti, allo scopo di coniugare le caratteristiche storico-ambientali del territorio con esigenze di tipo didattico.

A raccontare più nel dettaglio genesi, obiettivi e prospettive di replicabilità di questa esperienza è l'Assessore di Supersano Stefano Frascaro.

1. Un Museo del Bosco: com’è nata questa idea? E cosa significa concretamente?

L'idea nasce sul fiinire degli anni 90 quando nella località di Scorpo, durante alcuni lavori di movimento terra, sono venute alla luce alcuni reperti archeologici risalenti ad un antico villaggio bizantino. Una scoperta di portata eccezionale, più unica che rara. Disperdere un patrimonio del genere sarebbe stato un errore imperdonabile per tutta la comunità salentina. ll Museo del Bosco è stato pensato anche per raccontare la storia di un ecosistema del territorio del basso Salento oggi scomparso: il bosco del Belvedere. Realizzato con fondi del PIS 14 e rimasto in attesa per un pò di anni, il Museo è stato fortemente voluto dall'attuale Sindaco Roberto De Vitis, che ne ha finalmente consentito l'apertura.

2. Cosa rappresenta il MUBO dai punti di vista storico e culturale per il vostro territorio?

Supersano avrà uno dei siti di maggiore interesse archeologico in ambito regionale. La cosa più importante da sottolineare comunque è che il MUBO non appartiene ad un piccolo paese come Supersano, perchè parla e racconta un territorio molto più ampio, che descrive le nostre radici e fa capire quale siano le bellezze della nostra terra.

3. Quali partner hanno permesso l’allestimento del Museo? Con chi vi siete interfacciati per raggiungere questo importante traguardo?

Ha lavorato con noi l'Università del Salento sotto la direzione scientifica del Prf. Paul Arthur e dei suoi collaboratori.

4. Il tema non solo della tutela ma anche della valorizzazione del patrimonio forestale del nostro paese è di grande attualità oggi, anche alla luce delle minacce che ne mettono a rischio la sopravvivenza e lo sviluppo: l'urbanizzazione, lo sviluppo turistico (spesso incontrollato), la necessità di disporre di suoli per l'agricoltura. Come si colloca l’esperienza del MUBO in questo scenario? Cosa può insegnare?

L'esperienza del MUBO è già a mio parere una testimonianza sinonimo di valorizzazione del territorio. La scommessa più grande oggi per chi amministra è coniugare la tutela e la promozione del territorio con uno sviluppo sostenibile. Il MUBO può significare questo: guardare al futuro conoscendo il presente e ricordandoci del nostro passato.

Maddalena Cassuoli
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