01/01/2013 - 01:00

Tempa Rossa. Un nuovo regalo per Taranto

Il comitato Legamjonici esprime sconcerto in merito al parere positivo espresso dal Comune di Taranto e dalla Provincia di Taranto relativamente al progetto Tempa Rossa. Diffondiamo il comunicato stamapa emesso oggi dallo stesso comitato.
Ormai è chiaro che le Amministrazioni locali preferiscono privilegiare gli interessi della grande industria mettendo in secondo piano la tutela della salute pubblica. E' la stessa azienda ad ammettere all'interno del progetto che si avrà una produzione degli scarichi gassosi pari a 26.000 kg/anno di VOC, nonostante l'applicazione delle BAT, e che le nuove installazioni incrementeranno, all'interno della Raffineria, le emissioni diffuse e fuggitive di circa l'11-12% a causa delle dimensioni maggiori (una superficie di circa 10.000 m2) della nuova area di stoccaggio e del quantitativo di greggio Tempa Rossa movimentato. E' la stessa azienda ad ammettere che i possibili impatti sulla salute sono riconducibili ad effetti di tipo oncogeno e di tipo non oncogeno ed è la stessa azienda ad affrettarsi a fare appello a studi epidemiologici, senza citare le fonti, asserendo che questi, fissando i limiti di legge adeguati, escludono, cosi, qualsiasi impatto sulla salute pubblica. Pertanto, dice la stessa azienda, è sufficiente rispettare i limiti di legge. Risulta alquanto bizzarro il riferimento a studi epidemiologici che accerterebbero l'assoluta assenza di effetti cumulativi e allo stesso tempo restiamo stupefatti nel leggere che proprio sulla base di tali studi (quali?) le Amministrazioni locali avrebbero dato l'ok al progetto Tempa Rossa.

Gli enti locali dovrebbero sapere, infatti, che gli studi epidemiologici (totalmente inesistenti a Taranto) vengono effettuati per aree geografiche e tenendo conto di vari fattori anche connessi alle caratteristiche della popolazione interessata (abitudini di vita, stato di salute, fattori socio-economici, ecc.). Inoltre, gli aspetti sanitari relativi alle ricadute sulla popolazione di una data attività umana non possono essere valutati solamente sulla base dei valori di emissione (da qui l'assoluta incoerenza con i limiti di legge). In altri termini, fra i valori di emissione e l'effetto sulla salute possono inserirsi numerosi altri fattori come gli inquinanti secondari che spesso non vengono valutati. Inoltre, non di rado, nella valutazione dei limiti di legge gli studi si focalizzano su un determinato inquinante trascurando sinergie tra i contaminanti nel complesso oppure tengono conto solo di talune patologie trascurandone altre. Come mai le Amministrazioni locali quando si tratta di valutare gli impatti sulla salute provocati dalla grande industria chiedono 'carte dettagliate' e poi quando autorizzano opere che fanno comodo alla grande industria si accontentano di poche, superficiali, non documentate informazioni fornite dal gestore stesso?.
Tommaso Tautonico
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