01/01/2013 - 01:00

Svelata l'identità delle polveri sottili

La ricerca "La vera identità delle polveri sottili", finanziata dalla Regione Puglia e condotta dalle Università di Bari (Dipartimento di Chimica) e del Salento (Dipartimento di Fisica), in collaborazione con LEnviroS srl (società spin off dell'Università di Bari che fornisce servizi ambientali ad alto contenuto scientifico) e FAI Instruments srl (azienda italiana leader nello sviluppo di strumentazione per il rilevamento e la misura dell'inquinamento atmosferico), ha finalmente svelato il vero grado di pericolosità delle polveri sottili.
 
Attraverso l'uso innovativo e integrato di dati e strumenti già conosciuti è stato possibile identificare l'origine delle polveri sottili e, di conseguenza, determinarne l'effettiva pericolosità.
È la provenienza, infatti, e non il peso a definire il grado di nocività del particolato atmosferico.  
Le polveri sottili che derivano dal traffico, per esempio, sono leggerissime ma estremamente dannose per la salute mentre quelle che arrivano dal deserto del Sahara sono pesanti ma non nocive.
Questa sostanziale differenza influenza non poco sia la lotta all'inquinamento sia i risvolti economici che ne derivano. 
 
Attualmente, l'Unione Europea sanziona tutte quelle regioni che superano il livello massimo di polveri fini stabilito dalle direttive comunitarie in base al peso delle stesse, con una multa di circa 10mila euro al giorno.
E per le regioni del basso Mediterraneo è un vero e proprio salasso perchè qui le polveri sono nettamente più pesanti che altrove.
Gianluigi De Gennaro, il giovane chimico dell'Università di Bari che ha coordinato la ricerca, ha dichiarato "Le polveri fini del Tavoliere sono diverse da quelle della Pianura Padana. A Milano le polveri prodotte dal traffico restano lì, come imprigionate in una piccola scatola. Il nostro territorio invece ha capacità disperdenti migliori perché c'è vento, sole, scambi di calore terra-aria. Ecco perché in Puglia siamo più soggetti agli eventi transfrontalieri cioè ad apporti di polveri da altre parti del mondo. Noi abbiamo concentrazioni di PM10 molte alte. Provengono dal Sahara e dal Nord Est dell'Europa, però per fortuna non sono così pericolose come quelle prodotte dal traffico". 
 
"Gli strumenti tradizionali - ha poi aggiunto De Gennaro - misurano il particolato, cioè le polveri, ma ignorano da dove provenga. Noi invece abbiamo sviluppato strumenti e metodi per capire l'origine delle particelle, se sono locali o se provengono dall'estero. Questo ci permette, tra l'altro, di fornire all'UE le prove richieste per ridurre le infrazioni". 
Svariate sono le applicazioni di questa scoperta tutta pugliese.
Serve ad individuare le sabbie sahariane e i trasporti transfrontalieri; intercetta la produzione di benzopirene nelle aree industriali; dimostra la maggior pericolosità delle polveri sottili nel Nord Italia perchè più leggere rispetto a quelle del Sud; permette le misurazioni su microaree per pianificare azioni come il blocco del traffico; individua zone più ampie di misurazione attraverso l'uso del satellite. 
 
La ricerca, durata 48mesi e costata 1milione 168mila euro, è uno dei 53 progetti strategici sostenuti dalla Regione Puglia con 45 milioni di euro complessivi (disponibili nell'APQ accordo di programma quadro sulla ricerca) e per questo fa parte della campagna "I Doni della Scienza", ideata dall'Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e l'Innovazione al fine di valorizzare la ricerca e comunicare a tutti i pugliesi i risultati ottenuti dai progetti sviluppati con risorse pubbliche. 
"Gli esiti di questo progetto - ha dichiarato la Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone - rappresentano per la Regione Puglia il ritorno, moltiplicato, di un investimento rilevante per la ricerca, che quota 1miliardo 762milioni per la programmazione 2007-2013. Siamo la Regione che ha puntato di più in Italia su un binomio vincente: ricerca e giovani. In questo progetto vediamo all'opera un team di 23 ricercatori (più due docenti) con un'età media di trent'anni, per la maggior parte donne, che volano davvero alto per qualità delle idee e per la carica innovativa del loro approccio alla soluzione dei problemi. A questi giovani cervelli abbiamo fornito gli strumenti per alzare il livello di competitività della Puglia, valorizzando attraverso le loro idee, il nostro stesso territorio. Grazie a loro la Puglia ancora una volta si distingue come un caso internazionale nel mondo della ricerca". 
Lisa Zillio
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