03/12/2013 - 16:00

Spreco alimentare domestico: Europa e Usa 100Kg, Africa 10Kg pro capite

Basta sprecare tempo, è ora che tutti, istituzioni, cittadini e imprese lavoriamo veramente per uno sviluppo sostenibile che parta dal diminuire lo spreco alimentare quotidiano. Questo il messaggio lanciato oggi da Manageritalia e dai tanti prestigiosi esperti sul tema a Roma.
Secondo stime FAO un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano è perduto o sprecato: 1,3 miliardi di tonnellate all'anno. Nei Paesi in via di sviluppo oltre il 40% dello spreco si verifica nelle fasi post-raccolta e lavorazione, mentre nei paesi industrializzati oltre il 40% avviene a livello della grande distribuzione e domestico. Tant'è chelo spreco pro capite in Europa e Nord-America è di 95-115 kg all'anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud / Sud-Est asiatico è di soli 6-11 kg.Non c'è dubbio, quindi, che siamo tutti coinvolti, soprattutto noi cittadini del mondo sviluppato a sprecare meno cibo. Proprio per combattere lo spreco alimentare, per fare informazione, cultura e passare all'azione, Manageritalia e Manager@eathanno organizzato oggi a Roma al Tempio di Adrianol'incontro "QB - Un principio etico contro lo spreco alimentare"
<Catherine Dickehage, Direttore World Food Program Italy - non diamo il nostro cibo a un africano che soffre la fame, ma contribuiamo a creare la necessaria sensibilità in modo che questi problemi vengano compresi e affrontati a favore di chi non ha da magiare>>.E nel mondo, dice la FAO, ci sono 870 milioni di persone affamate o malnutrite, 2 miliardi di persone che soffrono di carenze da micronutrimenti e 3,5 milioni di bambini sotto i 5 anni che muoiono agni anno per cause legate alla malnutrizione (un terzo di tutta la mortalità infantile). Se pensiamo che oggi nel mondo il 12,5% della popolazione soffre la fame, il 20% è sovrappeso e il 33% del cibo viene buttato, c'è tanto da fare e non possiamo più sprecare tempo e risorse>>.

< Marcella Mallen, presidente Manageritalia Roma - sta oggi ancor più nel dare il via a un cambiamento del Paese che parta da una gestione delle aziende, e delle organizzazioni in genere, che porti a maggiore produttività e benessere e sostenibilità. Non trovo strano quindi che nell'indagine si siano detti già in azione anche sul fronte degli sprechi alimentari e non nelle loro aziende. E le imprese e i manager che le guidano possono e devono fare tanto anche per informare e educare i clienti ad avere un consumo, anche alimentare e tra le mura domestiche, più sostenibile. Questi sono i veri manager dei quali abbiamo tanto bisogno e questo il loro impegno per il Paese>>. L'indagine, presentata oggi,sui dirigenti privati italiani in merito agli sprechi alimentari in azienda e in casa, curata da Osservatorio Socialis e AstraRicerche per Manageritalia, aiuta a capire come muoverci. I manager intervistati (oltre 400) dicono con forza che il problema degli sprechi alimentari deve essere affrontato in primo luogo dai cittadini (95%), dalle imprese (89,3%) e dalle istituzioni (88,3%). Un atteggiamento che, oltre all'indispensabile impegno dei singoli, evidenzia la volontà di impegnarsi in prima persona, oltre che come cittadini, come manager e quindi responsabili d'impresa. Per arrivare a un consumo sostenibile e capace di evitare sprechi, dicono i manager, le imprese devono attuare politiche commerciali volte a favorirlo (95,3%), le istituzioni devono educare i cittadini e i consumatori (94%), i manager hanno in primo luogo la responsabilità di gestire le aziende in tal senso (92%). A riprova della serietà dell'impegno, non barano parlando delle loro aziende, solo poco meno della metà (47,6%) afferma che la sua azienda adotta strategie e/o linee guida per il risparmio delle risorse alimentari e non.

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<Fabio Campoli, notissimo chef e presidente del Circolo dei Buongustai di Roma. Dobbiamo ritornare alla nostra tradizione culinaria e culturale, ma farlo innovando. Se pensate che tanti dei nostri stupendi piatti regionali sono anche frutto di una tensione a non buttare nulla. Con quell'obiettivo sono nati cibi e gusti stupendi e di altissima qualità tramandati sino ad oggi. Bene ritorniamo a quella logica, ma innoviamola verso un'ancora maggiore qualità. Per esempio, anche meno spreco di energia con una cottura dei cibi diversa e nuova, può darci novità e qualità. E un forno acceso tutto il giorno consuma mediamente 20 Kw all'ora, ben più del costo della materia prima. Cuociamo meno e in modo diverso. Basta cuocere un brasato non intero, ma in pezzi e abbiamo già risparmiato un sacco di energia>>. <<e per="" avere="" un'idea="" dello="" spreco="" -="" ha="" detto="" <strong="">Luca Falasconi, Ricercatore Alma Mater Studiorum - solo a livello domestico <strong>in Italia buttiamo 25 milioni di euro di alimenti, </strong>8,7 miliardi all'anno (Waste Watcher 2013). Ogni italiano, dai neonati ai più anziani, tutte le mattine quando si alza ha già in programma di buttare quasi 50 centesimi di euro di alimenti. E per farsi un'idea ancora più chiara, in una città come Roma ogni anno si buttano nell'immondizia l'equivalente di <strong>387 milioni di euro di alimenti,</strong> 185 a Milano e 140 a Napoli>>. <<le aziende="" che="" fanno="" azioni="" di="" responsabilità="" sociale="" -="" ha="" detto="" <strong="">Roberto Orsi, presidente e AD di Errepi Comunicazione e direttore Osservatorio Socialis - sono passate in dieci anni dal 45% al 65% e gli investimenti su questo da 450 milioni a 1 miliardo di euro. E l'impegno dichiarato dai manager nell'indagine di Manageritalia lo conferma e rafforza>>.<br></le></e></dobbiamo></secondo></il></certo,></p>

Marilisa Romagno
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