01/01/2013 - 01:00

Rischio trivelle: in lista 30mila chilometri di costa

Non c'è pace per i mari italiani, dopo il disastro della nave Concordia si scopre, nel pieno dell'emergenza, che la bozza delle liberalizzazioni proposte dal governo prevede tre articoli mirati a concedere la possibilità di trivellare gas e petrolio in aree preziosissime del nostro paese con un limite di distanza ridotto dalle 12 alle 5 miglia dalla costa.
Ma non solo: si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive; si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Fatto salvo per i limiti ambientali, che però non frenano il disastro in caso di sversamento. Insomma, per ottenere una buona valutazione da Standard & Poor's e far alzare il rating il nuovo governo sceglie la via più antica e obsoleta: quella di svendere il paese ai petrolieri. Alla faccia della green economy. E proprio per manifestare contro le piattaforme petrolifere in Adriatico e a favore di un modello di sviluppo più moderno e pulito, sabato 21 gennaio a Monopoli (Ba) si svolgerà l'iniziativa "No Triv": tutti in piazza per un futuro più sano e sostenibile. Le coste pugliesi infatti assieme al canale di Sicilia, Molise, Abruzzo e Marche richiamano le attenzioni fameliche delle aziende energetiche internazionali. A lanciare l'allarme è il dossier "Un mare di trivelle"; il rapporto illustra tutti i numeri e i rischi legati alle 117 nuove trivelle che, grazie ai permessi di ricerca di idrocarburi rilasciati fino ad oggi, minacciano il mare e il territorio italiano.
Tommaso Tautonico
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