01/01/2013 - 01:00

Puglia: per la prima volta il tonno rosso e' riuscito a riprodursi in allevamento

Grazie ad un progetto di ricerca finanziato dalla regione Puglia, alcuni scienziati della facolta' di Veterianaria dell'Universita' di Bari sono riusciti a far riprodurre in cattivita' per la prima volta il tonno rosso, una specie in via d'estinzione balzata agli occhi dell'opinione pubblica per la recente richiesta da parte della Commissione Europea di inserirla nella Cites.
Come molti altri animali, il tonno rosso non riesce a riprodursi in cattivita' perche' il ciclo riproduttivo delle femmine viene interrotto dallo lo stress della cattura e dalle condizioni di vita differenti rispetto a quelle naturali.
Gregorio De Metrio, docente di Anatomia degli animali domestici e responsabile del Progetto di organizzazione di un sistema integrale di allevamento del tonno rosso denominato "Allotuna" ha sottolineato: "Per questo avevamo bisogno di stimolare la liberazione nel circolo sanguigno degli ormoni ipofisari (le gonadotropine) che, a loro volta, determinano la maturazione dei gameti. L'abbiamo fatto, somministrando l'ormone GnRH in esemplari adulti di tonno rosso, confinati nelle gabbie galleggianti in un impianto di Vibo Marina".
Il risultato e' stato il rilascio di circa 20 milioni di larve, salite a 50-60 milioni nella seconda stagione riproduttiva che sono state per la maggior parte trasferite nell'impianto di avanotteria della Panittica pugliese di Torre Canne di Fasano (Br), azienda partner del progetto dell'Universita' di Bari, mentre altre decine di migliaia sono partite verso i laboratori dei paesi di mezza Europa.
Il successo di questo progetto segna una pietra miliare nella pratica dell'allevamento e garantisce notevoli vantaggi sia dal punto di vista ambientale ed economico.
Infatti, oltre a salvare questa specie dalle razzie della pesca illegale (il tonno rosso e' richiestissimo dai giapponesi che lo usano per la preparazione di sushi e sashimi) permette anche la nascita di un nuovo mercato che parte dalla Puglia e rivoluzione la pesca del tonno rosso, con un ingente impatto economico.
Stefano Daniele, Amministratore delegato della Panittica pugliese, ha spiegato: "Dopo la raccolta e il trasferimento delle uova nel nostro centro di Fasano abbiamo seguito tutta la fase larvale, studiando le condizioni migliori per la sopravvivenza dei piccoli tonni, a partire da temperatura e alimentazione. Ovviamente abbiamo avuto alti tassi di mortalita', ma e' stato un vero successo riuscire a far 'arrivare', circa un migliaio di pesci, a 120 giorni di vita, raggiungendo dimensioni di circa 15 centimetri. Abbiamo anche provato, con gabbie galleggianti, a riportare gli avanotti (i piccoli dei pesci ndr) in mare ma sono morti dopo poco, probabilmente per un problema di debolezza ossea dovuta all'allevamento avvenuto in vasche di dimensioni limitate".
"La prossima estate - ha continuato Daniele - ripartiremo con nuovi cicli riproduttivi, e per questo ci siamo dotati anche di vasche piu' grandi. Il fatto che il nostro partenariato non ha fini commerciali testimonia che crediamo molto in questo progetto, che al momento di ha portati 'un passo avanti' a tutti i competitors nella ricerca a livello mondiale. Dunque iniziative come questa dovrebbero avere maggiore attenzione, altrimenti si rischia di buttare al vento risultati eccezionali che potrebbero rappresentare una vera soluzione alternativa alla strage del tonno rosso".

 
Lisa Zillio
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