01/01/2013 - 01:00

"Panni sporchi 2" di Greenpeace

Il secondo rapporto dell'associazione ambientalista Greenpeace rileva la presenza di sostanze dannose per la salute dell'uomo e per l'ambiente in molti capi sportivi che portano l'etichetta di famosi brand diffusi nel mondo. Grazie al passato appello dell'associazione, Nike e Puma si sono impegnate nell'eliminazione delle sostanze tossiche, ma molte case produttrici devono ancora mobilitarsi
 
Greenpeace ha presentato oggi "Panni sporchi 2", il rapporto che rivela la presenza di composti pericolosi per salute e ambiente negli abiti sportivi di brand internazionali. Su 78 articoli di abbigliamento e scarpe sportive acquistati da Greenpeace in 18 differenti paesi in tutto il mondo, fra cui anche l'Italia, 52 prodotti appartenenti a 14 marche sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (Npe). Questi composti, usati anche nell'industria tessile, una volta rilasciati nell'ambiente si trasformano in una sostanza pericolosa chiamata nonilfenolo (NpP), persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e pericolosa per il sistema ormonale dell'uomo in quanto riesce ad alterarlo.
 
I vestiti che indossiamo potrebbero contenere sostanze tossiche, ed è per questo che l'associazione ambientalista continua la campagna "Detox", grazie alla quale i due giganti dell'abbigliamento sportivo Nike e Puma si sono impegnati ad eliminare le sostanze chimiche tossiche da tutta la loro filiera produttiva e di approvvigionamento. Ma la lista dei brand che devono adoperarsi per salvaguardare la salute dei consumatori è ancora lunga.
 
Questa ricerca fa seguito al precente rapporto "Panni Sporchi" che denunciava il problema dell'inquinamento dei fiumi cinesi causato dagli scarichi tossici dell'industria tessile e rivelava i legami economici tra i proprietari di due industrie cinesi e i più famose brand sportivi occidentali. Secondo Greenpeace i risultati delle sue ricerche «sono solo la punta di un iceberg. L'uso di composti pericolosi nell'industria tessile è un problema globale che rischia di intossicare le acque di tutto il mondo. I grandi brand dell'abbigliamento sportivo sono responsabili di questi scarichi pericolosi e le persone hanno il diritto di sapere quali sostanze sono presenti nei vestiti che indossano e quali effetti causano una volta rilasciati nell'ambiente. Le grandi multinazionali devono assumersi le loro responsabilità: intervenire su tutta la catena e obbligare i propri fornitori a dare informazioni periodiche sugli scarichi tossici con l'obiettivo finale della loro completa eliminazione».
Mara Giuditta Urriani
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