27/03/2018 - 12:35

Mobilità sostenibile: continua la crescita dei servizi sharing nelle città italiane

Sono arrivati a più di 1 milione gli utenti del carsharing in Italia e il bikesharing è il primo in Europa per estensione. Aumenta il numero dei veicoli a “zero emissioni”. Presentato il Rapporto Nazionale realizzato dall’ Osservatorio SharingMobility.

Mobilità sostenibile

La mobilità condivisa è in costante crescita ed evoluzione. Sono 18,1 milioni gli italiani che possono usufruire di almeno un servizio di mobilità condivisa (28% della popolazione italiana). Secondo una recente indagine dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort, due cittadini su tre conoscono bene il carsharing o almeno ne hanno sentito parlare e sono disposti ad utilizzarlo principalmente in alternativa agli spostamenti con l’auto di proprietà (54,5% degli intervistati).In Italia i servizi che hanno avuto maggiore diffusione nell’ultimo anno sono il bikesharing, il carsharing, ma anche il carpooling, lo scootersharing e il bus sharing, oltre alle nuove App, che in un’unica piattaforma permettono di prenotare e acquistare tutta la sharingmobility a disposizione nelle città italiane. Questo successo è confermato anche dai numeri che negli ultimi anni sono lievitati, arrivando a circa 40.000 biciclette offerte in bikesharing in 265 Comuni, circa 8.000 auto in carsharing per 1.077.589 utenti, nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e station-based (si preleva e lascia in appositi spazi) e a circa 2,5 milioni di utenti per il carpooling extraurbano. Continua inoltre a salire il numero di veicoli a zero emissioni, è elettrico infatti il 27% degli scooter e delle auto condivise che circolano nelle città italiane. Nel triennio 2015-2017 i principali servizi di mobilità condivisa sono aumentati del 50%. Dal punto di vista territoriale, le regioni del sud hanno fatto registrare una crescita più forte della mobilità condivisa con un più 57% nel triennio e Milano si conferma il fiore all’ occhiello in Italia persharingmobility.
La seconda Conferenza Nazionale sulla SharingMobility, organizzata dall’ Osservatorio Nazionale della SharingMobility (nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e composto da 80 membri fra cui tutti gli operatori di sharing),in partnership con Deloittee Gruppo FSI, che si è svolta oggi nella Stazione Termini di Roma (a testimonianza del fatto che  le stazioni ferroviarie possono divenire gli “hub” della mobilità integrata e condivisa in Italia), ha fatto il punto sullo stato dell’ arte  della sharingmobility italiana ed  ha ospitato la presentazione del Secondo Rapporto Nazionale sulla sharingmobility.

“La mobilità condivisa – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è uno dei comparti trainanti di quella rivoluzione della sostenibilità dei trasporti urbani che è essenziale per assicurare standard qualità dell’ambiente e della vita nelle città. I trasporti incidono infatti in maniera significativa sull’inquinamento atmosferico urbano che, soprattutto nella pianura padana, segna ancora ripetuti superamenti delle soglie imposte dalle norme nazionali ed europee. Ma il traffico è anche uno dei principali fattori di stress della vita in città. Condividere mezzi, tragitti, viaggi, spostamenti casa-lavoro è u modo concreto e anche “sociale” per aiutare le città ad essere più a misura di essere umano. Il ministero in questi anni ha finanziato progetti di 573 interventi per 625 milioni in favore di 169 enti locali  in materia di mobilità sostenibile e nell’ultimo anno ha promosso e finanziato oltre 80 progetti per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola presentati dai comuni italiani. E’ questa la direzione giusta per un’Italia migliore e più green.”

 “La mobilità passeggeri –ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile- è eminentemente un fenomeno urbano, e gran parte degli spostamenti avviene in città. Questo significa anche che gli impatti negativi della mobilità si riscontrano nelle nostre città, dove vi è il maggior numero di persone esposte. È però proprio in città che ci sono le maggiori opportunità perché il modello di mobilità individuale venga messo in discussione da quello basato sui servizi condivisi e pubblici. Perché ciò accada serve che la mobilità condivisa conquisti spazio e lo tolga all’uso dell’auto privata”. Il Rapporto nazionale offre una panoramica completa sulla mobilità condivisa in Italia,. Ecco una sintesi:

Bikesharing primo in Europa con circa 40.000 bici condivise in 265 comuni
In Italia nell’ultimo anno il bikesharing è cresciuto del 147%. La crescita delle flotte a disposizione ha permesso che un numero maggiore di italiani si sia avvicinato all’uso della bicicletta e rivelato come sia assolutamente improrogabile l’ampliamento dello spazio a disposizione per la ciclabilità nelle città.
L’Italia con 265 comuni ed altri enti territoriali in cui è attivo il bikesharinge 39.500 bici condivise, è il paese europeo in cui la diffusione, in termini di numero di servizi attivi, è più alta. La grande novità dell’ultimo anno nei servizi di bikesharing è l’avvento anche in Italia del bikesharing “free floating”, realizzato dai grandi operatori a livello mondiale come Mobike, Ofo e Obike che negli ultimi mesi hanno attivato il servizio in alcune medio-grandi città del centro-nord (tra cui Milano, Firenze, Roma e Torino) con 22.800 biciclette condivise.

Carpooling, 2,5 mln gli utenti del servizio extraurbano, +350% in città
Si tratta di un servizio che consente di condividere con altre persone uno spostamento in automobile  (potrebbe essere considerato un’evoluzione tecnologica dell’autostop). In Italia continua a crescere l’utilizzo  del Carpooling  di media e lunga distanza, offerto da  BlaBla Car, che ha raggiunto nel 2017 2,5 milioni di iscritti in Italia ma anche, e questa è la novità, dedicato agli spostamenti casa-lavoro e agli altri spostamenti urbani, con numerosi operatori: Clacsoon, , Zego, Moovit, Scooterino,  Jojob,  UP2GO e Bepooler, che registrano gli iscritti in forte crescita nel triennio 2015-2017, passando dai 72 mila circa del 2015 ai 265 mila registrati alla fine dello scorso anno ( con una crescita del 350%).

Scootersharing, il 68% della flotta è elettrico
Una novità importante dell’ultimo anno è rappresentata dalla rapida diffusione dello scootersharing elettrico, con gli operatori Ecooltra e Mimoto, che hanno iniziato il servizio nel 2017 a Roma e Milano guidando la penetrazione della motorizzazione elettrica anche per il mondo delle due ruote. Totalmente assenti nel 2016, gli scooter elettrici rappresentano invece a dicembre 2017 ben il 68% della flotta complessiva, Segue lo stesso trend di crescita anche il numero di noleggi che nel 2017 sono stati circa 250 mila, aumentati dell’11% rispetto all’anno precedente.

Journeyplanners, App e aggregatori, la nuova frontiera della sharingmobility
Cresce il numero di App dedicate all’ aggregazione e journey planning dei principali servizi della mobilità condivisa urbana. Free2Move è l’ultimo operatore ad essere sbarcato sul mercato, aggiungendosi a Urbi, già operativa dal 2016, e a Moovit, operativa dal 2013, mentre  Omoove, leader in Italia e in Europa per l’offerta di soluzioni tecnologiche end-to-end per la mobilità condivisa, offre agli operatori del settore un’applicazione completamente personalizzabile in grado di gestire contemporaneamente il carsharing free floating e quello station based. Cresce dunque il numero di applicazioni, così come anche il numero di città dove è possibile trovare soluzioni di servizi integrati e pianificazione degli spostamenti.

La Sostenibilità e le tendenze della mobilità futura
I giovani preferiscono la sharing alla proprietà dei mezzi: dalla relazione di. Luigi Onorato, partner di Deloitte, è emerso che il tasso di motorizzazione (numero di auto su 100 persone) degli italiani tra i 18 e i 45 anni è passato dal 53% del 2005 al 37% del 2016 e a ciò ha contribuito anche la diffusione del carpooling e del carsharing.
La sharingmobility e il trasporto pubblico sono alleati per la sostenibilità ambientale delle città: se cresceranno insieme nei prossimi anni, permetteranno di ridurre drasticamente l’uso dell’auto privata e delle emissioni inquinanti. L’OCSE (International Transport Forum) ha realizzato una simulazione sulla città di Lisbona illuminante: se si usassero solo veicoli condivisi e trasporto pubblico in città, si potrebbe realizzare lo stesso numero totale di spostamenti giornalieri, ma con una riduzione sino al 90% del numero di auto, con imponenti vantaggi per la qualità dell’aria e per le emissioni di CO2, ed un risparmio di spazio enorme.
Viceversa, se la diffusione dei veicoli elettrici e a guida autonoma- prevista per i prossimi anni- non fosse accompagnata alla sharing e al forte utilizzo del trasporto pubblico e all’elettrificazione, gli effetti sarebbero devastanti: i km percorsi ogni giorno dai veicoli in circolazione potrebbero aumentare anche del doppio, con conseguente danno sanitario e ambientale.

Marilisa Romagno
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