01/01/2013 - 01:00

Manifatturiero: salviamo la norma che valorizza l'industria italiana del riciclo

Dallo scorso 7 aprile le spedizioni oltreconfine di rifiuti devono essere accompagnate da una dichiarazione, redatta dallo Stato di destinazione, che certifichi l'esistenza sul proprio territorio di norme ambientali allineate al diritto comunitario, e il rispetto di standard tecnici di recupero dei beni a fine vita.
Tali standard devono essere equivalenti a quelli previsti dall'ordinamento del Paese di provenienza degli stessi. La disposizione è entrata in vigore con la legge di conversione del c.d. decreto semplificazioni (dl 5/2012). "È di fondamentale importanza che tale norma non venga soppressa, così come invece avvenuto oggi in Commissione Finanze" A parlare è il presidente di Assocarta, Paolo Culicchi, a margine di una riunione interna del Coordinamento per il Manifatturiero, una realtà di 4.536 imprese manifatturiere italiane, 615 mila addetti e un fatturato di oltre 160 miliardi. Il Coordinamento per il Manifatturiero è convinto che con la norma citata si possa contribuire a riportare la competizione con i sistemi industriali extraeuropei nell'ambito di un quadro di riferimento comparabile e realmente competitivo per le industrie italiane.

"Siamo convinti che un buono strumento sia una dichiarazione che attesti che nel paese di destinazione esistano normative ambientali paragonabili alle nostre. In caso contrario non saremo competitivi con i sistemi industriali extraeuropei che hanno oneri ambientali molto inferiori per costi e standard rispetto ai nostri e renderemo sostanzialmente inutili le nostre politiche ambientali e industriali". Secondo il CPM, il regolamento europeo va salvato perché è una delle norme che meglio valorizza l'industria trasformatrice e del riciclo ben radicata in Italia ed in Europa. "Dobbiamo fare il possibile per mantenere in Italia il patrimonio di materie prime e di energia presenti in certe categorie di rifiuti per recupero e riciclo, invece che lasciarlo andare verso paesi che le inseguono". inoltre è strano che questa modifica di norme ambientali sia stata apportata nell'ambito di un decreto fiscale. "Siamo disponibili a modificare e migliorare la norma ma non a cancellarla " dichiara Culicchi - e la sede appropriata è il ministero dell'Ambiente non la commissione finanze.
Tommaso Tautonico
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