01/01/2013 - 01:00

Maltempo: che colpa ha l'uomo?

All'indomani dei tragici eventi meteo della capitale, e non solo, ci si chiede quali colpe hanno le azioni dell'uomo sul nostro territorio? Perchè siamo sempre più soggetti a violenti fenomeni meteo? E le nostre città, sono pronte a questi fenomeni?
"Siamo addolorati per l'ennesima e assurda perdita di vite umane causata da fenomeni meteorologici intensi, ma non eccezionali, nella Capitale così come in Campania. Temporali come questi sono sempre più frequenti e occorre mettere in campo una seria politica di prevenzione che impedisca queste tragiche conseguenze. Ribadiamo ormai da anni l'assoluta necessità e l'urgenza di una gestione corretta del territorio che metta al primo posto la sicurezza dei cittadini coniugandola alla tutela ambientale. E' assurdo, infatti, che si spendano miliardi di euro per risanare i danni causati da emergenze idrogeologiche prevedibili e previste. Ma i nostri ripetuti appelli, purtroppo, come quelli di molti esperti, continuano a rimanere inascoltati. E mentre l'Italia va in tilt con le prime piogge autunnali siamo sgomenti nel sentire questo Governo proporre per l'ennesima volta un condono edilizio".

Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza interviene sull'emergenza maltempo che ha colpito l'Italia negli ultimi giorni. "Tra le piaghe di questo Paese, infatti - ha aggiunto il presidente di Legambiente - ci sono proprio la dilagante illegalità che rende ingestibile e pericolosa anche l'ordinaria amministrazione e l'urbanizzazione selvaggia che consuma ogni anno 500 chilometri quadrati di suolo. Le risposte a questi problemi sono purtroppo quelle che non arrivano ovvero un'attenta riqualificazione delle aree urbane, interventi di delocalizzazione dei beni esposti a frane e alluvioni, la tutela dei corsi d'acqua, insieme a un impegno costante di manutenzione ordinaria del territorio. Ma soprattutto serve un deciso stop alla cementificazione delle aree agricole e naturali che sta stravolgendo l'assetto idraulico del Paese e contribuisce in modo determinante ad aumentare la sua fragilità".
Tommaso Tautonico
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