01/01/2013 - 01:00

L'ironia di Greenpeace sul nucleare

Dopo la messa in onda dello spot sul nucleare da parte del Forum, Greenpeace risponde pubblicando, ma non a livello nazionale, un suo spot sul nucleare che ironizza quanto viene detto nello spot proposto dal Forum. Vi starete chiedendo: e perchè mai dovrebbe farlo?
A spiegare il perchè di un'azione simile è il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio che commenta così la scelta di non pubblicizzare lo spot sui grandi canali mediatici: "Non abbiamo le risorse necessarie per acquistare spazi pubblicitari dai prezzi proibitivi, ma volevamo comunque replicare a quella che ci è apparsa una comunicazione fortemente scorretta". Lo spot in questione, secondo Greenpeace, è fuorviante, non è imparziale, spaccia le opinioni come informazioni e questo non è corretto. Tra l'altro bisogna ricordare che l'azionista di maggioranza del Forum Nucleare è proprio l'Enel, la stessa azienda che è pronta ad investire sul ritorno all'energia nucleare.

Secondo Onufrio lo spot "Con un tono apparentemente equidistante spaccia delle opinioni per informazioni, in particolare quelle riferite alla possibilità di gestire senza problemi le scorie, una questione della quale si parla in realtà dagli anni '70 senza che si sia ancora riusciti a trovare una soluzione definitiva". E così l'associazione ambientalista non è rimasta con le mani in mano e ha creato uno spot giocato sul paradosso tra il tono suadente dello speaker e il contenuto, proprio come nello spot proposto dal Forum.

Lo spot ironizza sulla gestione delle scorie, sui costi dell'atomo e sulla possibilità di "attrarre" eventuali attacchi terroristici e sulla facilità di reperire siti pronti ad ospitare le centrali. Tutti argomenti che portano ad un unica risposta: il nucleare non è una alternativa conveniente! Continua Onufrio "Altri aspetti della pubblicità del Forum Nucleare che trovo mistificatori è il voler ritrarre l'uranio come una fonte priva di problemi di approviggionamento, mentre si tratta di una risorsa finita proprio come quelle fossili, e il voler presentare le rinnovabili come incapaci di andare oltre la dimensione di nicchia. Non è così: in Spagna già lo scorso anno oltre il 16% dell'elettricità è stata prodotta dal vento e studi anche di provenienza istituzionale e industriale intravedono la possibilità di un futuro non troppo remoto con le energie verdi in grado di soddisfare il 100% dei consumi".

fonte: repubblica.it

Tommaso Tautonico
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