01/01/2013 - 01:00

Jack Wolfskin riduce l'emissione globale specifica di CO2 di oltre il 50%

Jack Wolfskin ha ridotto la sua emissione globale specifica di CO2 di oltre il 50% tra il 2007 e il 2011. "Una delle chiavi del successo è stata la completa ristrutturazione delle procedure di acquisto, il cambio dei cicli di produzione e di consegna, nonché prescrizioni ecologiche vincolanti per i trasporti merce a livello mondiale". Inoltre, l'azienda è finora l'unica del settore a compensare in modo coerente tutte le emissioni di CO2 inevitabili.
Nel 2008 Jack Wolfskin si era prefissato l'obiettivo di ridurre la propria emissione specifica di CO2 entro il 2011 del 40%, rispetto alla media del 2006 e del 2007. L'azienda include nel bilancio del CO2 il proprio consumo energetico per il riscaldamento e il consumo di elettricità, le emissioni durante i viaggi di servizio e il volume totale di trasporti in entrata e in uscita. Fin dall'inizio si è data priorità alla prevenzione rispetto alla sostituzione e alla compensazione. Jack Wolfskin ha anzitutto attuato un gran numero di misure per evitare le emissioni di CO2 risultanti dalla propria attività aziendale, con l'utilizzo, ad esempio, dell'energia solare e del fotovoltaico, tramite la virtualizzazione dei server, l'impiego di sistemi di videoconferenze e l'uso coerente di documenti in carta riciclata e FSC. La percentuale di carta riciclata con il marchio dell'Angelo azzurro è attualmente del 90%. Poiché nella pianificazione del nuovo centro di distribuzione l'azienda ha già tenuto conto di aspetti quali il consumo di energia e le emissioni di CO2, il nuovo deposito consuma circa la stessa quantità di energia per il riscaldamento, malgrado una superficie tre volte più estesa dei vecchi siti, che dal 2008 sono stati trasferiti a Neu Wulmstorf.

All'inizio del 2008 Jack Wolfskin diede il via alla conversione della sua alimentazione elettrica in energia Greenpeace e dal gennaio 2012 tutti i siti tedeschi gestiti personalmente da Jack Wolfskin acquistano esclusivamente energia ecologica. Grazie a questa conversione, la percentuale di emissioni di CO2 risultante dal consumo di energia degli edifici è diminuita dal 14,4% nel 2007 al 4,4% nel 2011. Con la conversione si sono anche evitate 3.648 tonnellate di CO2. Inoltre, dal mese di aprile 2008, Jack Wolfskin ha immesso nella rete 230.000 kWh di corrente dagli impianti fotovoltaici. Alla fine del 2011 le emissioni medie di CO2 della flotta aziendale dei veicoli di Jack Wolfskin erano di 130 grammi al chilometro e quindi 23% al di sotto del valore medio del 2008. In tal modo l'azienda ha raggiunto l'obiettivo fissato dall'UE. "Tra il 2007 e il 2011 i nostri trasporti merce sono stati in media responsabili per il 73% delle nostre emissioni globali di CO2, determinate soprattutto dai trasporti in arrivo (69%). Il principale punto di partenza per la diminuzione delle nostre emissioni specifiche di CO2 è stata la riduzione drastica della percentuale di trasporti aerei sull'insieme del volume di carico", ha affermato Christian Brandt.
Jack Wolfskin ha ridotto la percentuale di peso trasportato per via aerea o per via mare delle merci in arrivo dal 15,9% nel 2007 al 5,4% nel 2011. L'azienda trasporta oggi la maggior parte del volume delle merci in arrivo unicamente via mare (88,2%). A tale riguardo, risulta vantaggiosa la vicinanza, scelta deliberatamente, del deposito centrale europeo all'aeroporto di Amburgo.

Grazie alla completa ristrutturazione delle procedure di acquisto, ai cambiamenti nei cicli di produzione e di consegna, nonché alle prescrizioni ecologiche vincolanti per i nostri trasporti merci a livello mondiale per quanto riguarda la scelta dei mezzi di trasporto e la pianificazione di itinerari, Jack Wolfskin ha potuto ridurre di oltre il 50% le sue emissioni globali specifiche di CO2.
"Abbiamo ridotto le nostre emissioni specifiche di CO2 da 56,1 kg di CO2 per ogni 1.000 € di fatturato lordo nel 2007 a 26,8 kg di CO2 per ogni 1.000 € di fatturato lordo nel 2011. Ciò significa il 52,2% in meno di gas nocivi "ad effetto serra". "Possiamo esserne molto orgogliosi", afferma Christian Brandt. Il bilancio di CO2 dei trasporti merce a livello mondiale avviene secondo i principi del Greenhouse Gas Protocol (protocollo dei gas ad effetto serra).

Jack Wolfskin, tuttavia, si assume fino in fondo la propria responsabilità in modo coerente: dal 2010 le emissioni che l'azienda non può evitare sono compensate con rimboschimenti su vasta scala tramite PrimaKlima - e.V. a livello mondiale - e si creano nello stesso tempo preziosi spazi vitali. In tal modo crescono nel frattempo, su oltre 2,1 milioni di metri quadrati, foreste supplementari, che di decennio in decennio vincoleranno nella loro media di crescita circa 100 tonnellate di CO2 pro ettaro. Finora l'azienda ha piantato quasi 500.000 alberi. Le piantagioni sono effettuate su richiesta di Jack Wolfskin per un terzo rispettivamente in Germania, nell'Africa del Sud e in Nicaragua. Questa combinazione minimizza i rischi di eventi naturali locali, quali incendi boschivi, sradicamenti a causa del vento o infestazione di insetti. Di conseguenza, dall'inizio del 2012 Jack Wolfskin fa stampare e spedire anche i suoi cataloghi con sistemi privi di effetti sul clima. A questo scopo l'azienda punta sul Gold Standard, il più elevato standard relativo ai progetti per la tutela del clima secondo i principi del protocollo di Kyoto. Jack Wolfskin pubblica il bilancio della CO2 in anticipo sulla relazione ambientale che apparirà quest'anno.
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Marilisa Romagno
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