02/12/2014 - 13:36

Ispra: in calo la produzione di rifiuti speciali. Ma aumentano quelli pericolosi

Tra il 2011 e il 2012 nel nostro Paese è diminuita la produzione di rifiuti speciali, ma è aumentata quella di rifiuti pericolosi.
E' quanto emerge dal Rapporto sui rifiuti speciali dell'Ispra, giunto alla sua tredicesima edizione, che spiega come in Italia nel complesso sia diminuita la produzione di rifiuti speciali passando da 137,2 milioni di tonnellate a 134,4. Ma a diminuire è solo la produzione di rifiuti speciali non pericolosi, soprattutto i rifiuti da costruzione e demolizione, mentre è aumentata di circa l'8% la produzione totale di rifiuti pericolosi, in particolare quelli del settore manifatturiero. 
 
Nel 2012 i rifiuti speciali gestiti in Italia sono circa 136 milioni di tonnellate, comprensive degli stoccaggi prima dell'avvio dei rifiuti ad operazioni di recupero/smaltimento, che riguardano circa 18,2 milioni di tonnellate. A questi si aggiungono quasi 6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali derivanti dal trattamento di rifiuti urbani e computati nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani, spiega l'Ispra. 
 
Se si escludono gli stoccaggi, la quantità di rifiuti speciali avviati a recupero/smaltimento, nel 2012, è di circa 118 milioni di tonnellate di cui 110,5 milioni (il 93,8% del totale) sono costituiti da rifiuti non pericolosi e i restanti 7,3 milioni di tonnellate (6,2%) sono rifiuti pericolosi. 
 
Per quanto concerne i rifiuti pericolosi l'operazione più diffusa è rappresentata da "riciclo/recupero dei metalli o composti metallici", infatti 546 mila tonnellate (29,1% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati) sono avviate a tale forma di recupero, seguita dal "riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche" con un quantitativo di 301 mila tonnellate (16% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati) e da "riciclo/recupero di sostanze organiche", con 211 mila tonnellate (11,2% del totale dei rifiuti pericolosi recuperati). Le operazioni di smaltimento, invece, interessano 5,5 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. La forma maggiormente utilizzata è rappresentata dal trattamento chimico fisico, con circa 3,4 milioni di tonnellate, il 62,6% del totale pericoloso smaltito. Questo dato include i "Veicoli fuori uso", pari a 1,2 milioni di tonnellate, avviati alla demolizione, spiega ancora il documento. 
 
Riguardo al recupero energetico, nel 2012, gli impianti industriali in esercizio che utilizzano i rifiuti speciali come fonte di energia sono 469, di cui 336 recuperano una quantità superiore a 100 t/anno. Esistono, infatti, una serie di attività industriali in cui sono utilizzati piccoli quantitativi di rifiuti esclusivamente per il recupero di energia termica funzionale al proprio ciclo produttivo. I rifiuti pericolosi avviati a recupero energetico sono oltre 149 mila tonnellate (circa il 7,3% del totale) con una flessione del 9,9% rispetto al 2011. I rifiuti non pericolosi sono pari a 1,9 milioni di tonnellate (92,7% del totale) con una diminuzione del 21,7%. 
 
Quanto alla distribuzione sul territorio, il rapporto evidenzia come la maggior parte dei rifiuti speciali recuperati, corrispondente all'83,2%, è trattato in sole sette regioni: la Lombardia (28,3%), l'Emilia Romagna (18,1%), il Piemonte (11,7%), il Veneto (8,0%), il Friuli Venezia Giulia (7,2%), la Puglia (5,6%) e, infine, la Liguria (4,3%).
 
In crescita anche la quantità totale di rifiuti speciali esportata all'estero (in tutto 4 milioni di tonnellate), in particolare provenienti da impianti di trattamento dei rifiuti ed inviati principalmente in Germania. Il quantitativo maggiormente esportato di rifiuti non pericolosi è rappresentato dai rifiuti prodotti da processi termici, con oltre 1,1 milioni di tonnellate. I rifiuti pericolosi maggiormente esportati sono, invece, quelli prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, con 934 mila tonnellate. Si mantiene invece stabile nel biennio, la quantità dei rifiuti speciali importata, per un quantitativo complessivo, nel 2012, di 5,7 milioni di tonnellate, di cui circa 108 mila pericolosi.
Rosamaria Freda
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