01/01/2013 - 01:00

Isofol: proteggere l'ambiente aiuta a trovare lavoro

Dalla recente analisi effettuata dall'Isofol (Progetto Ambiente) relativa alle ricadute sul versante dell'occupazione della formazione ambientale, emerge che proteggere l'ambiente aiuta a trovare lavoro. Infatti, appena un anno dopo il completamento di un master ambientale, ben l'80,6% degli intervistati risulta essere occupato, e di questi l'80% non ha atteso piu' di sei mesi dalla sua conclusione. Inoltre, si tratta di un'occupazione di alto profilo e coerente con la formazione realizzata.
Piu' della meta' degli occupati (58%) ha raggiunto l'obiettivo di far coincidere il proprio percorso di studi con le aspirazioni professionali e il lavoro svolto; il 68% ha trovato una collocazione rispondente al livello formativo acquisito: il 31% circa ha un lavoro nell'ambito delle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, il 31,7% svolge professioni di tipo tecnico ed il 5,2% e' collocato nelle posizioni di legislatore, dirigente, imprenditore.
A dare maggiori garanzie di successo per quanto concerne la collocazione lavorativa sono i master ambientali di II livello con l'85% di occupati, seguono i master privati con l'83%.
Per questo motivo dal 1999 al 2008 i master sono quintuplicati passando da 60 nel 1999-2000 a quasi 300 nel 2007-2008.
Gli atenei sono i maggiori soggetti promotori che consolidano l'offerta di master di I e di II livello che raggiungono nel 2007-2008 rispettivamente il 42,2% e il 40%.
I ricercatori dell'Isfol sottolineano come "i master ambientali rispondono a fabbisogni professionali e formativi espressi dai sistemi territoriali ed economici, ma non sono ancora molto praticate le azioni di concertazione con il territorio e le conseguenti rilevazioni dei fabbisogni. Dovra' essere posta maggiore attenzione a questo passaggio -avverte l'Isfol- per far si' che il segmento formativo relativo all'ambiente possa giocare un ruolo di anticipatore dei futuri fabbisogni professionali e formativi, proponendo figure innovative che rispondano in modo rapido ai nuovi 'mercati verdi' in espansione".
La formazione ambientale e' oggi diffusa ampiamente su tutto il territorio nazionale.
Ogni anno vengono realizzati mediamente circa 2.000 corsi da piu' di 500 enti pubblici e privati (scuole, enti di formazione, universita', consorzi, associazioni, imprese), la cui partecipazione media annuale stimata e' tra le 50.000 e le 55.000 persone.
Si e' registrato un importante aumento dell'attivita' formativa programmata nel Mezzogiorno (29,9% nell'anno scolastico 2007-2008).
L'Isfol ha anche analizzato i dati sul mercato del lavoro dal 1993 al 2008, individuando un trend crescente per gli occupati nel settore ambientale.
Nel periodo, si registra un +41%: da 263.900 occupati del 1993 si passa a 372.100 del 2008; la componente femminile e' passata dal 12,7% del 1993 al 25,5% del 2008; solo il 25% delle donne (contro il 49% degli uomini) ha piu' di 45 anni e l'87% delle donne impegnate ha livelli di scolarita' medio-alti, contro appena il 54,6% degli uomini.
Per questo il 61,7% delle donne (contro il 32,2% degli uomini) occupa posizioni di livello medio-alto in professioni intermedie di tipo tecnico.
Infine, conclude l'Isfol, "dai dati emersi e' chiaro che sara' la green economy la nuova frontiera delle crescita economica del XXI secolo. L'Italia dovra' quindi continuare a lavorare nell'ottica e nel rispetto del Pacchetto clima-energia europeo che fissa al 2020 gli obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2, attraverso le energie rinnovabili e l'efficienza energetica e il risparmio dei consumi".
Lisa Zillio
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