21/03/2024 - 16:44

Elezioni europee: WWf interroga i partiti italiani su ambiente, clima e natura

Dalle risposte dei partiti italiani al questionario inviato dal WWF Italia emergono luci, ombre e omissioni sul futuro del Green Deal europeo. L’osservatorio Natura chiama Europa, proposto dal WWF Italia con la campagna Our Values analizzerà i programmi dei partiti fino alle elezioni.

elezioni europee

Qual è la posizione dei partiti italiani sul futuro del Green Deal, l'ambiziosa agenda politica elaborata dall’Unione Europea per affrontare il cambiamento climatico e il degrado ambientale e rendere l’economia europea più efficiente e competitiva dal punto di vista delle risorse? Cosa hanno in serbo le forze politiche per la natura e il clima in vista delle prossime Elezioni europee? Per rispondere a queste domande, il WWF ha contattato i principali partiti italiani e analizzato le loro posizioni sul futuro delle principali politiche europee su ambiente, clima e natura, mettendole a confronto con le raccomandazioni pubblicate all’interno della campagna Our Values con il “Manifesto WWF” e le 10 richieste per le Elezioni europee.

I cinque partiti Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Azione, Movimento 5 Stelle (M5S), Partito Democratico (PD) e +Europa hanno accettato di incontrare il WWF e rispondere a uno specifico questionario, mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva e Lega non hanno fornito riscontro. La maggior parte dei partiti che hanno risposto al questionario del WWF conferma, con diversi gradi di ambizione, il proprio sostegno a riconfermare il Green Deal come una delle principali priorità politiche della prossima legislatura europea. Sebbene questa sia una buona notizia, non mancano preoccupazioni sulla reale volontà di dare rapida attuazione alle politiche del Patto Verde, rafforzandone l’impianto, la portata e l’implementazione.

La decisione dei partiti di Governo di non rispondere a un questionario che ha come principale obiettivo quello di informare i cittadini italiani sulle posizioni dei partiti riguardo le politiche ambientali europee, solleva serie preoccupazioni e dubbi sulla volontà delle forze del centro-destra di confermare il Green Deal e la transizione ecologica come priorità della prossima legislatura europea. Le ultime votazioni del Parlamento europeo, a partire dal voto sulla Nature Restoration Law, hanno infatti visto i partiti di Governo schierarsi compattamente contro le principali ambizioni del Green Deal. Proprio ieri, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni al Senato in vista dell’imminente Consiglio europeo, ha reiterato la posizione nettamente contraria del Governo italiano al Green Deal, non tenendo per nulla conto che la transizione verde non è una guerra ideologica ma una necessaria e urgente trasformazione supportata dalla scienza e dettata dagli effetti disastrosi che la crisi climatica e ambientale ha generato e continua a generare sull’economia e sulla società.

Non mancano, però, significative incoerenze e differenze tra i partiti che sostengono il Governo Meloni. Infatti, se Fratelli d’Italia e Lega non hanno mai dimostrato di sostenere il Green Deal, il Partito Popolare Europeo, al quale aderisce Forza Italia, ha confermato più volte di considerare il Green Deal una priorità per il prossimo mandato del Parlamento europeo. Tale impostazione è stata confermata anche a livello europeo dai risultati raccolti dall’Ufficio Europeo del WWF (WWF European Policy Office) che ha diffuso il medesimo questionario ai vari partiti politici europei.

I risultati del questionario contengono quindi luci e ombre per l’Agenda Verde della prossima legislatura europea. La transizione ecologica tutto sommato resta, seppur con varie eccezioni, una priorità per la maggior parte dei partiti italiani e dei principali gruppi politici europei. La lotta al cambiamento climatico rimane una sfida condivisa da gran parte dei partiti, ma non vi è piena unanimità sulla necessità di accelerare la transizione attraverso l’abbandono dei combustibili fossili e il raggiungimento dell’obiettivo del 100% di energia rinnovabile. La maggioranza dei partiti che hanno risposto al questionario ritengono inoltre necessario un cambio di passo nella transizione verso sistemi alimentari sostenibili e una più rigorosa implementazione della Politica Comune della Pesca. Più diversificate le risposte sulla Politica Agricola Comune: alcuni partiti ritengono indispensabile una riforma in chiave agro-ecologica senza svantaggiare gli agricoltori, altri preferiscono più cautela o il mantenimento di uno status quo che però il mondo scientifico ha già dichiarato totalmente insufficiente e incompatibile con una effettiva transizione ecologica dell’agricoltura. Un possibile terreno di dialogo tra i partiti potrà essere rappresentato dalla necessità di aumentare gli investimenti nella transizione. Gran parte delle forze politiche ritiene, infatti, indispensabile accrescere gli investimenti dell’UE e degli Stati membri nella natura. I partiti che hanno risposto al questionario hanno anche espresso consenso unanime sulla necessità di creare nuovi programmi di investimento dell'UE su larga scala per sostenere una transizione verde che non lasci indietro nessuno.

Dante Caserta, responsabile affari legali e istituzionali del WWF Italia afferma: “Il Green Deal è l’unica agenda di politica industriale a livello europeo volta a contrastare le sfide epocali poste dal cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità. I risultati del questionario del WWF ai partiti dimostrano che c’è ancora spazio affinché il Green Deal resti una priorità politica del prossimo Parlamento europeo. Tuttavia, tra le forze politiche rimangono notevoli differenze quando si tratta di impegnarsi su misure specifiche e con scadenze obbligatorie. Il mancato riscontro dei partiti di Governo al questionario WWF pone due problemi: il primo di metodo, perché non è certo un segnale positivo che delle forze politiche si rifiutino di confrontarsi con la società civile e con determinati portatori di interessi generali; il secondo di merito perché questo silenzio accompagnato alle numerose dichiarazioni populiste contro le principali misure del Green Deal pronunciate dai leader del centro-destra sollevano non poche preoccupazioni sulla volontà politica di rafforzare il percorso verso una transizione ecologica rapida, efficace e inclusiva. I mesi che ci separano dalle elezioni richiederanno una discussione aperta e basata sulla scienza affinché il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione pongano al centro dell’Agenda europea azioni concrete per rispondere con urgenza alla doppia crisi climatica e ambientale”.

Tommaso Tautonico
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