01/01/2013 - 01:00

Donne ed energie rinnovabili: opportunita' o rischio?

Nell'ambito del convegno 'Green Jobs: nuove opportunita' o nuovi rischi per l'occupazione femminile?', svoltosi oggi presso la facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Roma Tre, e' stato presentato il progetto 'Wires - Women in Renewable Energy Sector', il cui obiettivo e' indagare le opportunita' occupazionali per le donne offerte dallo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, intervenendo alla presentazione ha detto: "Noi dobbiamo analizzare ricorrentemente i fabbisogni professionali che il mercato del lavoro nel presente, e nel prossimo futuro, esprime, e questo per l'orientamento della scelta educativa ma anche formativa. Le tecnologie 'verdi' determinano nuova occupazione e dobbiamo fare in modo che non sia solo maschile, perche' c'e' un tendenziale pericolo di questo tipo. Dobbiamo sapere investire con efficacia nelle competenze e nel loro adeguamento, perche' molte persone che oggi lavorano, ragionevolmente, in futuro dovranno cambiare lavoro, e chi invece entra nel mercato del lavoro avra' bisogno di investimenti per la 'transizione'".
Sugli obiettivi di 'Wire' e' intervenuto anche Michele Tiraboschi, giuslavorista e direttore del Centro studi internazionali e comparati 'Marco Biagi' spiegando come "questa ricerca punta ad analizzare se i lavori 'verdi' rappresentano davvero una nuova opportunita' per le donne, e non un rischio, come da alcuni elementi e' possibile percepire. Va innanzitutto verificato se si va a creare occupazione aggiuntiva a quella gia' esistente o si vanno a sostituire posti di lavoro che si perdono in altri settori. E poi si deve analizzare se si crea occupazione bilanciata a livello di parita' di genere. A mio parere comunque e' necessario non creare dei settori di nicchia, che poi nel giro di qualche anno potrebbero deluderci, ma piuttosto formare delle persone che sappiano utilizzare le nuove tecnologie in un'ottica di sviluppo 'verde'".
Il progetto e' promosso da Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali), in collaborazione con Universita' di Szeged, Facolta' di Legge (Ungheria), Upee - Union for Private Economic Enterprise (Bulgaria), e finanziato dalla Commissione europea.
Lisa Zillio
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