24/07/2015 - 01:31

Dissesto idrogeologico: presto in Gazzetta il nuovo decreto su sicurezza e tutela ecosistemi

Approderà presto in Gazzetta ufficiale il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, su proposta del ministero dell'Ambiente, che detta nuove priorità in materia di dissesto idrogeologico.
 
Il testo, che stabilisce tra le altre cose una corsia preferenziale per le 'infrastrutture verdi', fissa alcuni criteri che dovranno essere prioritari nella gestione e nella prevenzione di fenomeni legati al dissesto idrogeologico nel nostro Paese. Si tratta di criteri che stabiliscono le priorità di finanziamento degli interventi proposti dalle Regioni in materia di dissesto idrogeologico, compresi nel piano del governo da 7 miliardi in 7 anni per la sicurezza dei cittadini e del territorio. Tra questi, l'aumento della sicurezza per la popolazione esposte al rischio e la pronta cantierabilità delle zone ritenute pericolose.
 
Parola d'ordine del nuovo provvedimento è quindi la "sicurezza", ma anche la tutela degli ecosistemi e le infrastrutture verdi. Il tutto realizzato attraverso una procedura informatica di raccolta dei dati e delle richieste trasparente.
 
Sicurezza. I progetti mirati alla sola riduzione del rischio verranno valutati in funzione dei seguenti principi: priorità regionale (peso 20), livello della progettazione approvata (10), completamento (10), persone a rischio diretto (60), beni a rischio grave (30), frequenza dell'evento (30), quantificazione del danno economico atteso (10), riduzione del numero di persone a rischio diretto (30), presenza di "misure di compensazione / mitigazione"(5).
 
Tutela degli ecosistemi. Avranno invece una 'corsia preferenziale' i cosiddetti interventi integrati (introdotti dal DL n. 133/2014) che mirano alla riduzione del rischio idrogeologico e alla tutela degli ecosistemi: il decreto parla di "infrastrutture verdi", che avranno una priorità se soddisfano le condizioni di ammissibilità e sono ritenute finanziabili. A questi progetti sono dedicate risorse pari ad almeno il 20% della dotazione finanziaria complessiva dell'Accordo di Programma. I requisiti degli "interventi integrati" sono i seguenti:
 
- devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE;
- devono realizzare specifiche condizioni di riduzione del rischio e di incremento della biodiversità.
 
Trasparenza e informatizzazione. Il ministero dell'Ambiente ha puntato fortemente sulla trasparenza nella raccolta informatica dei dati attraverso il sistema Rendis-Ispra, trasformato negli ultimi due anni in una piattaforma interattiva di raccolta dati e richieste, di verifica dello stato degli interventi di difesa del suolo e, ancor più con l'ultimo decreto, di colloquio con i soggetti interessati, in particolare le regioni, e ripartizione delle responsabilità.
Rosamaria Freda
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