01/01/2013 - 01:00

Critico lo stato di salute del mare d'Abruzzo

Goletta Verde di Legambiente presenta i dati sullo stato di salute del mare e delle coste dell'Abruzzo. 9 i punti incriminati per alti livelli di inquinamento microbiologico. La provincia di Chieti con 6 aree critiche sul banco degli imputati. Legambiente: "Sistema fuori controllo su fossi e torrenti. Sono 365mila gli abruzzesi senza depuratore. Necessari interventi urgenti per adeguare il sistema di trattamento delle acque reflue"
Sono preoccupanti i risultati del monitoraggio effettuato da Legambiente in Abruzzo: sono 9 infatti i punti critici segnalati nella regione per inquinamento microbiologico causato da fossi e foci di torrenti. Sette i punti risultati fortemente inquinati, cioè con concentrazioni di batteri fecali superiori al doppio dei limiti previsti dalla legge. Questo quanto riportato oggi in conferenza stampa a Pescara da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Corepla, Consorzio Ecogas e Novamont . Ad esporre i risultati delle analisi realizzate dai biologi di Legambiente sul territorio regionale sono intervenuti Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, Antonio Sangiuliano, coordinatore della segreteria di Legambiente Abruzzo, Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU.
Dagli elementi raccolti dal laboratorio mobile dei tecnici dell'associazione ambientalista, risulta evidente che, anche in Abruzzo, l'inefficienza, ed in taluni casi la mancanza, di adeguate strutture di depurazione per le acque reflue rappresenta un'emergenza a cui è doveroso porre rimedio al fine di garantire a cittadini e turisti la possibilità di godere delle bellezze marine senza correre rischi di tipo sanitario. Le analisi dei tecnici di Goletta Verde hanno permesso di effettuare un'istantanea sulla qualità delle acque regionali, e hanno messo in evidenza diverse situazioni critiche.

Sei i punti critici emersi in provincia di Chieti. Tra questi, il prelievo effettuato nel comune di San Salvo in località di San Salvo Marina, presso il Fosso Buonanotte, è stato classificato come inquinato. Nel comune di Rocca San Giovanni, in località Contrada Foce, i risultati dei campionamenti nel Torrente Valle delle grotte hanno evidenziato la presenza di acque fortemente inquinate. Sempre nella stessa provincia, altri due punti sono stati segnalati per gli alti livelli di inquinamento microbiologico. Il primo, nel comune di Torino di Sangro, in località Lago Dragoni, campionato presso il Fosso del Diavolo, è risultato fortemente inquinato. Il secondo, ricadente nel comune di Fossacesia, in località San Giovanni in Venere (abbazia), è stato analizzato dalle acque del Fosso San Giovanni e ha ugualmente dato prova di essere fortemente inquinato. I prelievi compiuti nel comune di Ortona, non hanno dato risultati migliori: il Fosso Riccio, in località Torre Mucchia ha evidenziato forti livelli di inquinamento. Il problema dell'inquinamento dei fossi assume toni significativi anche nel Fosso San Lorenzo, che insiste nel comune di Francavilla al Mare e precisamente in località Foro Via Tosti, dove sono stati rilevati alti livelli di contaminazione batteriologica.
Due i punti fuori legge in provincia di Teramo. Nel comune di Silvi, in località Silvi Marina, due prelievi hanno entrambi evidenziato alti livelli di inquinamento microbiologico.  Nel primo caso, sono state campionante le acque del Fosso Concio che sono risultate fortemente inquinate. Stessa situazione nel secondo punto di campionamento: le acque del Torrente Cerrano hanno evidenziato presenza di batteri tali da essere classificate come fortemente inquinate.

Un punto critico infine nella provincia di Pescara. Il Fosso Mazzocco, che rientra nel territorio del comune di Montesilvano, precisamente in località Santa Filomena, dalle analisi microbiologiche effettuate è risultato inquinato. Le aree già segnalate dalla Regione Abruzzo nella delibera 185 del 14 marzo 2011 come non balneabili e permanentemente vietate o non balneabili per motivi sanitari e soggette a misure di miglioramento sono le foci del Fiume Osento a Torino di Sangro, Torrente Moro a San Vito Chietino, fosso Peticcio a Ortona, Saline a Montesilvano, Tordino a Giulianova, Vibrata a Martinsicuro.
Quest'anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. "La difesa dell'ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione", ha detto in conferenza Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. L'olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. "Se eliminato in modo scorretto - ha sottolineato Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l'ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un'auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio". A contatto con l'acqua, l'olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno nella Regione Abruzzo il Consorzio ha raccolto 3.767 tonnellate di oli lubrificanti usati: 1.498 nella provincia di Chieti, 950 a Teramo, 660 all'Aquila e 659 a Pescara.

Marilisa Romagno
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