01/01/2013 - 01:00

Consultazione sul nucleare: inviata memoria del WWF alla Corte Costituzionale

Per il WWF, che trasmette oggi una sua Memoria alla Corte Costituzionale, esiste un'ampia giurisprudenza costituzionale che tutela i principi ispiratori dei promotori dei referendum, sino a consentire di effettuare un referendum, quale quello sul nucleare, modificando il quesito originario.
Esistono invece dubbi sugli aspetti formali di legittimazione del Governo qualora questi intenda, come preannunciato, sollevare il conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale per la decisione assunta dalla Corte di Cassazione, alla luce del fatto che le disposizioni oggetto dell'intervento della Corte di Cassazione siano contenute in una legge, approvata dal Parlamento. In coerenza con l'analoga azione nei confronti della Corte di Cassazione del 31 maggio scorso, la memoria del WWF arriva alla Corte Costituzionale alla vigilia dell'Udienza sull'ammissibilità del referendum sul nuovo quesito individuato dalla Cassazione. Dichiara Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia - "Secondo le nostre valutazioni siamo convinti che l'intervento del Governo e del Parlamento, mediante l'abrogazione delle disposizioni oggetto di referendum, ha quale implicito fine esclusivamente quello di eludere le garanzie costituzionali a tutela del referendum come tipico mezzo di esercizio della sovranità popolare, elemento già rilevato dall'Ufficio Centrale per il Referendum della Corte di Cassazione. Questo è un ennesimo escamotage dell'ultim'ora per togliere la parola ai cittadini".

Nella memoria il WWF sostiene, tra l'altro: sulla sostanza il WWF richiama l'ampia giurisprudenza costituzionale, citata anche dall'Ufficio Centrale per il Referendum della Corte di Cassazione, che censura chiaramente il ricorso ad artifici legislativi quali quelli usati nella redazione dei commi 1 ed 8 dell'art. 5 dl decreto Omnibus (dl 34/2011) finalizzati esclusivamente a bloccare il referendum, pur rimanendo l'intenzione del legislatore fondamentalmente identica (in particolare Sentenza della CC n. 68/1978) e sostiene la decisione dell'Ufficio centrale per il referendum della Cassazione che ha correttamente trasferito la consultazione referendaria sui commi 1 e 8 dell'art. 5 del decreto, ora convertito in legge. Il WWF ricorda che è sempre la sentenza della Corte Costituzionale n. 68/1978 da cui si ricava la conferma della correttezza di questa impostazione: con quella sentenza la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 39 della legge che regola i referendum (l. n. 352/1970), nella parte in cui non prevede che "se l'abrogazione degli atti o delle singole disposizioni cui si riferisce il referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, senza modificare né i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente né i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative".

Sulla forma il WWF argomenta che esistano fondati dubbi sul fatto che sia in capo al Governo sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato da parte del Governo a fronte del fatto che l'Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte di Cassazione con la propria ordinanza di traslazione del quesito referendario sia entrato in conflitto con il legislatore. Il WWF si limita ad evidenziare che qualora in astratto fosse corretta tale argomentazione, appare evidente che legittimato a sollevare il conflitto non sia il Governo ma esclusivamente il Parlamento che ha approvato l'emendamento proposto dall'Esecutivo. Se pertanto una lesione delle prerogative costituzionali c'è stata questa deve essere esclusivamente lamentata dalle due Camere.
Tommaso Tautonico
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